sabato 22 dicembre 2007

chi m'ha visto?

Blog temporaneamente chiuso causa neve.
;-)

Ogni tanto, dando un'occhiata a questa immagine (o a una delle altre webcam di Zermatt), potreste vederci passare.
Buone Feste a chi passa di qua...

(P.S. Per chi attendeva i miei filmati su Mauro Rostagno, appuntamento rimandato al 7 gennaio!)

venerdì 21 dicembre 2007

beccato


Berlusconi: "In Rai lavora solo chi si prostituisce o chi è di sinistra".
Azz, mi ha beccato. Due volte!

Come cantava Dalla quando ancora sapeva fare canzoni:
Non so se hai presente una puttana ottimista e di sinistra...


(Comunque in quella telefonata c'è la storia degli ultimi vent'anni di questo paese,
concentrata e messa in scena come neanche Shakespeare...)

giovedì 20 dicembre 2007

senza neanche bisogno di chiedere


Pubblicata in file audio e trascritta una telefonata tra Saccà e Berlusconi.

(...)
Saccà (S): (...)Grasso sul Magazine del corriere della sera ... scrive il potente Saccà fa quello che gli dice Berlusconi e basta ... ecc. .. che poi, non è vero, lei non mi ha chiesto mai ...
Presidente (P): allora ascoltami...
S: lei è l'unica persona che non mi ha chiesto mai niente ... vogliodire ...
P: io qualche volta di donne ... e ti chiedo ... perchè ..
S: si, ... ma mai ...
P: ... per sollevare il morale del capo .. (ridendo)
S: eh esatto, voglio dire ... ma, mi ha lasciato una libertà culturale di ... ideale totale .. voglio dire .. totale .. e questo lo sanno tutti...

(...)

P: Senti, tu mi puoi fare ricevere due persone ...
S: assolutamente...
P: .. perchè io sono veramente dilaniato dalle richieste di coso ....
S: assolutamente ..
P: con la Elena Russo non c'era più niente da fare? Non c'è modo...?
S: no .. c'è un progetto interessante .. adesso io la chiamo ..
P: gli puoi fare una chiamata? La Elena Russo; e poi la Evelina Manna. Non centro niente io, è una cosa ... diciamo ... di...
S: chi mi dà il numero?
P: Evelina Manna ... io non c'è l'ho ...
S: chiamo ..
P: no, guarda su Internet ..
S: vabbè, la trovo, non è un problema ... me la trovo io ..
P: ti spiego che cos'è questa qui ..
S: ma no, Presidente non mi deve spiegare niente ..
P: no, te lo spiego: io stò cercando di avere ...
S: Presedente, lei è la persona più civile, più corretta..
P: allora ... è questione di .. (parola incomprensibile, le voci si accavallano) ....
S: ma questo nome è un problema mio ...
P: io stò cercando ... di aver la maggioranza in Senato ...
S: capito tutto ...
P: eh .. questa Evelina Manna può essere .. perchè mi è stata richiesta da qualcuno ... con cui sto trattando ...


Un paio di considerazioni a casaccio:
la libertà o ce l'hai (e te la riesci a conquistare tu), o non è che te la regalano/prestano tipo ombrello,
perché prima o poi lo rivogliono indietro e soprattutto di piovere "rischi di illibertà" non smette mai...
poi se lo sanno tutti, perché leccare così il culo ringraziando? Excusatio non pentita!
Eppoi, che bisogno c'è di chiedere: ti hanno messo lì per fare quello...
è come se il salumiere chiedesse ogni volta all'apprendista: "scusa, ti va di tagliare quel prosciutto per questo cliente? e poi un pò di salame per quell'altro?": non c'è bisogno, l'ha messo lì apposta!
Tant'è che al solo nominare due persone, il soldatino scatta sull'attenti e dimostra la sua complicità col "capito tutto";
al CAPO basta fare il nome, il resto è problema del... servo (come altro lo vogliamo chiamare?).

Per carità, nulla di illegale, fino a un giudizio definitivo della Cassazione (se mai ci si arriva). Ma quel saporino che rimane in bocca dopo aver sentito la telefonata, intanto, chi me lo leva? Ferrara?!
E avete capito di che saporino parlo, vero?!

mercoledì 19 dicembre 2007

vittorie


Moratoria Onu sulla pena di morte. Vittoria italiana.
Peccato che in Italia esistesse ancora fino all'ottobre 2007. Giuro: è solo di un mesetto fa la riforma di legge costituzionale che abolisce la pena di morte dalle leggi militari di guerra italiane.
Appena in tempo per fare gli sboroni in giro per il mondo...

Finalmente il piú sicuro ma piú difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l'educazione, oggetto troppo vasto e che eccede i confini che mi sono prescritto, oggetto, oso anche dirlo, che tiene troppo intrinsecamente alla natura del governo perché non sia sempre fino ai piú remoti secoli della pubblica felicità un campo sterile, e solo coltivato qua e là da pochi saggi. Un grand'uomo, che illumina l'umanità che lo perseguita, ha fatto vedere in dettaglio quali sieno le principali massime di educazione veramente utile agli uomini, cioè consistere meno in una sterile moltitudine di oggetti che nella scelta e precisione di essi, nel sostituire gli originali alle copie nei fenomeni sí morali che fisici che il caso o l'industria presenta ai novelli animi dei giovani, nello spingere alla virtú per la facile strada del sentimento, e nel deviarli dal male per la infallibile della necessità e dell'inconveniente, e non colla incerta del comando, che non ottiene che una simulata e momentanea ubbidienza.
(Cesare Beccaria, "Dei delitti e delle pene")

martedì 18 dicembre 2007

oltre il fondo



Una volta arrivati al fondo,
si può sempre cominciare a scavare...

domenica 9 dicembre 2007

il fondo


Luttazzi non parlava del bagno di Giuliano Ferrara. Parlava di Abu Ghraib e degli orrori della guerra in Iraq.
Il portavoce dell'ex-presidente del Consiglio (che confezionava una sera sì e l'altra pure degli spottoni pro-guerra, su La7) ha subìto un contrappasso dantesco, uno sbeffeggiamento rabelaisiano, un rovesciamento carnevalesco (mai letto Bachtin?)...

Stiamo toccando il fondo della malabolgia RaiSetTe...


(...)Lo fondo è cupo sì, che non ci basta
loco a veder sanza montare al dosso
de l'arco, ove lo scoglio più sovrasta.

Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da li uman privadi parea mosso.

E mentre ch'io là giù con l'occhio cerco,
vidi un col capo sì di merda lordo,
che non parëa s'era laico o cherco.(...)


(Dante, Inferno, "Canto XVIII, ove si descrive come è fatto il luogo di Malebolge e tratta de' ruffiani e ingannatori e lusinghieri")

martedì 4 dicembre 2007

altri sei mesi


Sembra una strana coincidenza, ma poche settimane dopo che la GIP Maria Pino a Palermo ha respinto la richiesta di archiviazione del PM Antonio Ingroia e gli ha concesso altri sei mesi per indagare sull'omicidio di Mauro Rostagno,
il GIP Emanuele Cersosimo a Roma ha respinto la richiesta di archiviazione del PM Franco Ionta e gli ha concesso altri sei mesi per indagare sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

Alla faccia delle vergognose conclusioni del presidente della Commissione Parlamentare d'inchiesta, secondo cui Ilaria e Miran erano in vacanza e furono colpiti da rapinatori inesperti.
E' come pensare che Rostagno sia stato colpito da quattro tossici che si sono fatti scoppiare in mano un vecchio fucile, invece che da professionisti che hanno poggiato la canna di un 12mm al vetro dell'auto e che hanno evitato di ferire la ragazza che viaggiava con lui, uscita "miracolosamente" indenne dall'agguato.


Due omicidi su commissione. Due giornalisti scomodi da eliminare.
Due scoop da non mandare in onda?
Due traffici paralleli o intrecciati, tra Italia e Somalia?

lunedì 26 novembre 2007

distanze


Ho l'impressione che non riuscirò ad aggiornare molto spesso il blog, prossimamente. Non che voglia prendere le distanze, ma il lavoro mi terrà distante da questa attività che ho sempre svolto con passione a tempo perso. E adesso, di "tempo da perdere", ne ho poco: sto per imbarcarmi in un lavoro intenso che mi porterà da Roma a Torino, a Palermo, da Trapani a Trento, all'Umbria e forse altrove in poche settimane.

Dopo più di due anni che raccolgo materiale mi fanno finalmente partire per una "missione impossibile":
raccontare qualcosa della vita e della morte di Mauro Rostagno, i 19 anni di indagini, di piste e depistaggi
che hanno portato a indagare anche la moglie e la figlia, il socio, gli amici, gli ex-compagni di Lotta Continua, parecchi mafiosi, a ventilare l'ipotesi dell'intervento della massoneria, dei servizi segreti, di Gladio, a rincorrere tracce sottilissime che collegano questa morte a quella di Ilaria Alpi in Somalia, eccetera eccetera eccetera: una bella sfida, un lavoro importante che mi fa già venire il mal di testa! ;o)

Mi ricordo l'autore di "Chi l'ha visto?" (il mio capo, insomma!), nel gennaio 2006, quando gli proposi "il caso Aldrovandi": mi disse di aspettare con Rostagno, e di affrontare prima quello; sarebbe stato, disse, il mio esame di maturità.
Siamo arrivati ad un processo, a Ferrara: ed è già un piccolo risultato.
E nonostante le minacce, le pressioni, le censure, le querele ai colleghi, siamo ancora in ballo. Anche se all'udienza di giovedì non potrò esserci...
E' stata dura e non è finita, ma la lezione di civiltà di Lino e Patrizia mi hanno insegnato molte più cose di quelle che potevo imparare sul mio mestiere.
E su "la giusta distanza" di cui si parla nel bel film di Mazzacurati (che consiglio a chi non l'ha ancora visto!).

Ecco: (ri)parto per prendere altre ripetizioni, diciamo!

martedì 20 novembre 2007

re-petizione

Ho trovato il link della petizione per chiedere al Capo dello Stato "Verità e Giustizia" per Mauro Rostagno. Ho firmato (sono il 1616°). Forza, pelandroni: click qui e seguite le istruzioni (semplici anche se in inglese)!


P.S. Un altro buon articolo si trova qui.

lunedì 19 novembre 2007

ripartire (da Kinisia)


(Quando non lavoro, ci sono giorni che mi vibrano i polpastrelli, e scorrono sulla tastiera in preda ad una passione di sapere, di scoprire, di raccontare che troppo spesso resta limitata a queste pagine...)

Oggi mi è capitata una serie di caratteri, in fila, sotto le dita: M A U R O R O S T A G N O e click su Google Notizie.
E tra gli articoli linkati, in cui si parla della nuova proroga di sei mesi sull'indagine per la morte di Mauro Rostagno, ucciso il 26 settembre 1988 vicino ad Erice (TP), ne voglio segnalare tre:
- quello riassuntivo, sintetico e completo, su Repubblica, firmato dall'ottimo Salvo Palazzolo, che conobbi due anni fa nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Palermo, grazie a Alberto Castiglione (regista di un bel documentario, "Una voce nel vento") e a Salvo Mugno, all'inizio di un lavoro di documentazione sul "caso Rostagno" che non ho mai smesso;
- quest'altro, dove si parla di un fumetto su Ilaria Alpi, e vedrete leggendo che c'entra, eccome;
- ma soprattutto quest'ultimo, che mi fa "tremar le vene e i polsi"...

..perché è da lì, da quella ex-pista d'atterraggio militare, che tutto deve ripartire. Tutto il lavoro di chi indaga e di chi cerca di raccontare.
"Io so", e son due anni che lo so...immodestia a parte (ne parlavo persino nel mio primissimo post).
Intorno a Kinisia ruota il mistero che forse può spiegare la morte di quell'uomo sempre sorridente e vestito di bianco, ma anche molte altre cose di ieri e di oggi, di Trapani e non solo.


P.S. del giorno dopo: si trova qui la galleria fotografica di Repubblica che rischia di sparire nei meandri del sito.
Questa la foto più interessante, relativa alla perizia di cui si parla nell'articolo di Palazzolo citato sopra.

Il finestrino posteriore sinistro sarebbe stato spaccato (e non rotto dai colpi d'arma da fuoco) per prevelare la fantomatica videocassetta.

lui ha visto la luce!


Anch'io, come Carmelo Bene, posso dire: "Sono apparso alla Madonna"!

Spulciando nelle statistiche di questo blog, ogni tanto balza agli occhi qualche visita... particolare.

Tanti ci capitano cercando in Rete le informazioni più disparate. Tra le parole-chiave più gettonate ci sono:
- "gnocche", per questo post;
- "posizione missionaria", per quest'altro e magari cercavano questo libro;
- "sconti auto giornalisti", per quest'altro;
e così via...

Tanti ci capitano, a volte, cliccando da altri blog...

L'altroieri è capitato qui qualcuno da un link sul blog della famiglia Aldrovandi, e non è certo la prima volta. Ma questo visitatore ha una particolarità in più, e cioè che si connette alla Rete da dentro il Vaticano!
Che dire? Allelujah!



P.S. Speriamo che l'apparizione sia stata gradita...
(certo non pretendo che lo possa essere
più di questa)

licenze

Serve una licenza per guadagnarsi da vivere,
una patente per stare sulla terra,
un permesso per occupare coi propri piedi e un carretto
qualche metro quadro di strada.
Se non ce l'hai, arriva qualcuno
con l'autorizzazione a punire
con la ricetta per curare
con il permesso di abusare
con il libretto d'istruzioni del tuo cervello,
e a volte
con la licenza
non poetica, di uccidere...



Vendeva frutta senza licenza, arrestato in piazza e "legato al letto"

Accusa di omicidio colposo
per il primario dell'ospedale
in cui morì Giuseppe Casu


Walter Falgio

L'assurda storia di Giuseppe Casu, pensionato di Quartu Sant'Elena morto a 60 anni dopo aver subito un ricovero coatto e sette giorni di contenzione, con mani e piedi legati al letto, giunge a una svolta. A conclusione dell'inchiesta aperta sulla vicenda, il sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari, Giangiacomo Pilia, ha rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio colposo il primario del Servizio psichiatrico dell'ospedale cagliaritano Santissima Trinità, Giampaolo Turri, e la psichiatra dello stesso reparto che ha avuto in cura il pensionato, Maria Cantone. A breve si attende l'udienza preliminare.
Storia ancora più assurda se si tiene conto che il trattamento sanitario obbligatorio subito da Giuseppe Casu il 15 giugno dello scorso anno non è stato comunicato al giudice entro i termini di legge. Il pensionato è morto nelle stanze dell'ospedale "Santissima Trinità" durante un ricovero coatto non convalidato nei tempi stabiliti.
Si aggiunga che parti anatomiche di Casu, utili per lo svolgimento dell'inchiesta aperta dalla Procura di Cagliari, sono sparite misteriosamente dagli scaffali dello stesso ospedale.
Giuseppe Casu non poteva essere costretto nel letto di contenzione per sette giorni di seguito. Per di più il paziente era stato sottoposto a trattamento farmacologico. La commissione di inchiesta interna della Azienda sanitaria 8 ha ritenuto «non accettabile sotto il profilo clinico, oltre che etico, un così prolungato provvedimento di contenzione fisica in assenza di tentativi finalizzati alla sua interruzione».
Un secondo procedimento, oltre quello per omicidio colposo, è stato aperto dalla Procura sulla distruzione di parti di cadavere. Ad accorgersi che il flacone con i pezzi anatomici di Casu era stato sostituito sono gli stessi consulenti tecnici della Procura. Il barattolo con le parti del corpo del pensionato, morto per tromboembolia, sarebbe stato scambiato con un recipiente contenente parti del corpo di un altro paziente, morto sempre per tromboembolia, causata da un tumore. Ma all'origine di questo disturbo ci può essere anche una immobilizzazione prolungata, così come successo a Casu. In questa direzione la Procura indaga anche per il reato di frode processuale.
La questione della ritardata notifica del trattamento sanitario obbligatorio è un altro aspetto che gli avvocati della famiglia Casu, Mario Canessa e Dario Sarigu, hanno sottoposto all'attenzione della magistratura. «Il fatto documentalmente provato della trasmissione tardiva al giudice dell'ordinanza sindacale relativa al Tso applicato a Casu, può rappresentare un'ipotesi di reato da approfondire», dicono i legali. Il sindaco di Quartu Sant'Elena ha disposto il ricovero con l'ordinanza numero 7 del 15 giugno 2006. Per legge il provvedimento del sindaco deve essere trasmesso al giudice tutelare per la convalida entro le 48 ore successive. Invece il giudice riceve la notifica solo il 20 giugno, come risulta dal timbro di deposito della Cancelleria del Tribunale. Cioè cinque giorni dopo l'ordine di ricovero. Il 21 giugno, con procedimento numero VG. 1176/06, avviene la convalida del Tso. Il 22 giugno Casu muore. Gli avvocati Canessa e Sarigu sottolineano come desti sconcerto la motivazione addotta dai medici per giustificare il Tso. In un modulo prestampato della Asl si legge: "Agitazione psicomotoria". Due parole che hanno attivato la procedura d'urgenza nei confronti di Casu mentre esercitava la sua occasionale attività di venditore ambulante. Ma se si osservano le fotografie del freelance Italo Orrù, depositate in Procura, si vede Casu quella mattina in atteggiamento sereno e scherzoso nei confronti di carabinieri sorridenti. Atteggiamento che pare incompatibile con lo stato di agitazione che ha giustificato il ricovero. Scavando nella vicenda si scopre invece che Casu si rifiutava di sgomberare la sua bancarella e che: «Era un pensionato che saltuariamente faceva l'ambulante senza avere la licenza. Non era l'ultimo, né l'unico degli ambulanti abusivi di Quartu Sant'Elena, era piuttosto il soggetto più vulnerabile. Svolgeva questa attività in modo anomalo perché in realtà spesso lasciava la merce e il mezzo incustoditi», racconta il "Comitato verità e giustizia per Giuseppe Casu" nel sito Comitatogiuseppecasu.it , ricco di informazioni e documenti sulla vicenda. «Nella tarda mattinata del 15 giugno, come in molte altre occasioni, si presentano al signor Casu i vigili urbani, i quali, va sottolineato, la mattina precedente avevano comminato a quest'ultimo una contravvenzione di ben 5000 euro "per vendita senza licenza di frutta e verdura in strada"», spiega nella interrogazione presentata dal senatore Mauro Bulgarelli ai ministri dell'Interno e della Salute. «Sanzione di importo analogo viene elevata a Casu anche nella mattinata del 15, suscitando la comprensibile reazione di quest'ultimo. Una reazione assolutamente pacifica», continua il senatore. Dopodichè in pochissimo tempo intervengono i carabinieri e un'ambulanza. Casu viene afferrato di fronte a molti passanti. Cade a terra, viene immobilizzato e ammanettato, come appare chiaramente nella fotografia di Orrù pubblicata in questa pagina . Quindi caricato sull'ambulanza. Ancora Bulgarelli: «Non vi è, apparentemente, alcuna spiegazione plausibile che giustifichi un intervento tanto violento, essendo il signor Casu un individuo indifeso e pacifico, tanto da far pensare che l'intervento delle forze dell'ordine sia motivato dall'intenzione di infliggere una "punizione esemplare" a uno dei tanti venditori abusivi che ogni mattina affollano la piazza».

(da "Liberazione", 18/11/2007)

sabato 17 novembre 2007

mai più senza (n°3)


Questo è Mirra mentre legge su Internet la notizia che domani sarà la giornata dedicata ai gatti neri come lui.

Stiamo organizzando la settimana bianca e siccome ci piacerebbe portarcelo, forse ho trovato la soluzione:
questo pratico aggeggio per trasportare e tenere buono il micio scavezzacollo!
(Click sulla foto per ingrandire)

giovedì 15 novembre 2007

mercoledì 14 novembre 2007

a funeral song

(Click qui prima di leggere oltre)



All around me are familiar faces
Worn out places
Worn out faces

Bright and early for their daily races
Going nowhere
Going nowhere

Their tears are filling up their glasses
No expression
No expression

Hide my head I want to drown my sorrow
No tomorrow
No tomorrow (...)

(Colonna sonora: Mad World, cantata da Gary Jules).


p.s. del giorno dopo: qualcuno, indirettamente, in privato, mi ha fatto venire in mente che forse questo post non era molto chiaro. C'era dietro amarezza, tragica ironia nel vedere quelle facce, quel saluto romano, quell'appropriarsi di una morte da "malapolizia" come fosse quella di un caduto sul fronte di una guerra, che in quelle teste (più o meno rasate) è "ultras contro poliziagiornalistipoliticidemocrazia", mentre è di nessuno contro nessuno, e porta solo a una sconfitta civile... invece quello lì era il momento di un ragazzo morto ingiustamente e basta, che appartiene al dolore della sua famiglia, che è privato e universale come tutte le morti, che appartiene all'intera società democratica. E invece se ne sono appropriati quelli, che appartengono a una cultura antidemocratica, di sopraffazione violenta, a una cultura di morte.
Ci sono passato in scooter, da piazza della Balduina, ieri verso le 11.30, e ho visto quei bomber, quegli occhiali a specchio, quelle teste, portare dei fiori. Come maneggiassero spranghe...

martedì 13 novembre 2007

to comment or not to comment?


I fatti di domenica continuano a far scorrere fiumi di bit, ne scrivono tutti. E' il tentativo collettivo di leggere un racconto dei fatti che non soddisfa i suoi lettori, che non ci si rispecchiano. E tentano di raccontarlo a loro modo. Un enorme gioco di scrittura collettiva, un wiki come si dice oggi...

E allora, il massimo che il sottoscritto, labilmente memore dei suoi trascorsi di letterato a tempo perso, poteva fare, era questo. Scrivere un commento (il 60°) in un post interessante di un blog scritto (e letto quasi solo) da tanti letterati, che si chiama Nazione Indiana: un nome spesso più simpatico e leggibile di molti interventi...

... però - pensandoci - forse, non so, il minimo che il sottoscritto poteva fare, era non parlarne oltre. Per non aggiungere la sua alle troppe voci del vento, la sua goccia (o pisciatina) al fiume...
ma ormai "Post comment" l'avevo già premuto!

lunedì 12 novembre 2007

area di sosta


"Gabriele Sandri, ragazzo" si potrebbe intitolare questo post.

Perché, se davvero - come riporta questo articolo di D'Avanzo- il poliziotto ha sparato pensando ad una rapina al distributore, questa non è una vicenda di "calcio malato", di "tifo violento", di "scontri tra ultras e forze dell'ordine" come i soliti forzati del commento del lunedì raccontano.
No, questo è l'ennesimo tragico episodio di abuso delle armi da parte delle forze dell'ordine, di chi detiene il monopolio della violenza nella nostra società.

E chiedersi se andava/andrebbe fermato il campionato di calcio, è una questione di lana caprina.
E lasciare a quattro (s)fascisti incappucciati di nero il monopolio di una protesta che dovrebbe coinvolgere l'intera società civile e portare, pacificamente, al disarmo di chi deve gestire l'ordine pubblico, è una sconfitta.

Dovremmo fare una sosta tutti quanti, e chiederci chi e perché arma la mano di quell'agente della Stradale, o di un Placanica qualunque. Perché se non ce lo chiediamo, tiriamo anche noi quel grilletto. E io non ci sto.
E mi va ancora meno che a chiederselo si rischi di finirci davanti, a una pistola carica, o a un manganello...
o (quasi) peggio ancora davanti alle (im)perizie ballistiche del portavoce della Polizia Sgalla, lo stesso che fuori dalla Diaz che colava sangue e barelle zittiva giornalisti e operatori, come ha fatto in molte altre occasioni, dal caso Aldrovandi alla conferenza stampa di ieri ad Arezzo...

Questo episodio non mi fa venire in mente altre "morti da stadio", ma piuttosto i troppi casi di adolescenti uccisi a colpi di arma da fuoco perché non si erano fermati a un posto di blocco, o ancora mille altri ragazzi morti sulle strade "per mano poliziotta", come recitava una vecchia canzone di Guccini:

Libera nos domine (da "Amerigo", 1978)

Da morte nera e secca, da morte innaturale,
da morte prematura, da morte industriale,
per mano poliziotta, di pazzo generale,
diossina o colorante, da incidente stradale,
dalle palle vaganti d' ogni tipo e ideale,
da tutti questi insieme e da ogni altro male,
libera, libera, libera, libera nos Domine!

Da tutti gli imbecilli d' ogni razza e colore,
dai sacri sanfedisti e da quel loro odore,
dai pazzi giacobini e dal loro bruciore,
da visionari e martiri dell' odio e del terrore,
da chi ti paradisa dicendo "è per amore",
dai manichei che ti urlano "o con noi o traditore!",
libera, libera, libera, libera nos Domine!

Dai poveri di spirito e dagli intolleranti,
da falsi intellettuali, giornalisti ignoranti,
da eroi, navigatori, profeti, vati, santi,
dai sicuri di sé, presuntuosi e arroganti,
dal cinismo di molti, dalle voglie di tanti,
dall'egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti,
libera, libera, libera, libera nos Domine!

Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura,
dai preti d' ogni credo, da ogni loro impostura,
da inferni e paradisi, da una vita futura,
da utopie per lenire questa morte sicura,
da crociati e crociate, da ogni sacra scrittura,
da fedeli invasati d' ogni tipo e natura,
libera, libera, libera, libera nos Domine,
libera, libera, libera, libera nos Domine...

venerdì 9 novembre 2007

quello che si doveva dire



E' toccato a un vecchio prete, riassumere quello che è capitato a Enzo Biagi dopo l'editto bulgaro.
"E' stato ucciso", ha detto il cardinal Tonini.
Il movente è la vendetta per l'uso criminoso del mezzo televisivo pubblico che avrebbe fatto, l'arma del delitto una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui gli si comunicava il licenziamento. Gli esecutori sono noti, e sono stati nominati ieri sera da Santoro, e da allora hanno fatto carriera.
Il mandante, l'Innominato, a cadavere ancora caldo, ha fatto la sua parte: ha quasi pianto. Lacrime di caimano.

giovedì 8 novembre 2007

iSpot

Non sapete chi è Nick Haley?
Date un'occhiata qui.
La Apple, o meglio la sua agenzia pubblicitaria TBWA, ha trovato in Rete uno spot "finto" realizzato da un ragazzino (Haley, appunto), che ha rimontato alcuni filmati pubblicitari della casa della Mela su una musica particolarmente azzeccata. E il risultato è diventato ora il nuovo spot ufficiale dell'iPod Touch sul loro sito: vedere per credere.

Beh, e allora?
Allora, visto che ho appena scoperto (grazie a Firefox, mannaggia a Safari!) che su Blogspot.com posso anche inserire video, ecco qua la mia creaturina di oggi pomeriggio.



La canzone è "Touch me" di Samantha Fox, un mito degli anni '80...
Il video è anche SU YOUTUBE, qui.

Ehi, TBWA/Apple: here I am!

English translation:
Almost everybody now knows who Nick Haley is. Don't you? Click here if you still don't. (Well, the english-speking should click here, instead)...

Apple, and its advertising agency TBWA, have discovered on the Web (on the Tube, exactly) a fake commercial made by an 18y.o. who re-edited some promotional videos found on Apple website with a very appropriate song. The result is the new official Apple iPod Touch Ad.

So, what?
Well I just discovered a blogspot.com feature I didn't know of before (thanks to Firefox, damn it Safari!): I can post videos!
So here is my today's little creature (in two slightly different versions):



The song is "Touch Me" by Samantha Fox, a myth of the '80s...
Ammericà, facce Tarzan! (This is kinda untranslatable, if I might say...)

The video is also on Youtube, here.

Bella ciao


TG1 di oggi, servizio sui funerali a Enzo Biagi nel suo paesino dell'Appennino tosco-emiliano. All'uscita della bara dalla chiesetta un coro intona "Bella ciao".

L'ultima volta che ho sentito questa bella canzone alla Rai, la cantava Santoro...

la fiocca


Non è vero che gli eschimesi hanno decine di parole per dire "neve": qui si spiega perché è una leggenda urbana...

Dalle mie parti si chiama nef, o la fiòca; e "nevica" si dice al fiòca... fioccare, cadere a fiocchi, insomma.
Quest'anno sarà una bella annata per sciare? Ci saranno nevicate abbondanti prima che andiamo a sciare, e sole durante la nostra vacanza?
E sarà meglio Saint Moritz o Zermatt?
Tormentati dai dubbi, stiamo cercando di organizzare la settimana bianca...
si accettano consigli, adesioni, riti propiziatori e danze della neve!

sturmtruppen


A Pekka-Erik Auvinen hanno chiuso l'account Youtube (nome "d'arte" Sturmgeist89) e rimosso i video dove annunciava la strage stile Columbine che ha poi puntualmente compiuto.
Angelo Spagnoli, per l'età forse, non ci aveva neanche l'e-mail. Eppure la strage che ha compiuto è molto simile.
Il blog di Raffaele Sollecito da ieri è invaso da centinaia di commenti scemi o violenti, e spesso scemi e violenti. E anche Amanda aveva il suo myspace...
Il blog di Federico Aldrovandi è zeppo di gente che schiuma di rabbia e voglia di vendetta appena si nomina un'uniforme.
Spagnoli è un'ex-militare, eppure ha sparato dalla trincea del suo balcone come un Rambo de noantri...
Renato Vallanzasca ha aperto un blog, ma sta ancora in galera dopo quasi quarant'anni.
I fascisti di Roma che hanno preso a colpi d'ascia il primo sfortunato rumeno capitatogli a tiro, hanno forum e mailing-list molto attivi. E Veltroni mica fa radere al suolo le sedi di Forza Nuova, che sfilava al V-Day con le sue belle bandiere...

Se potessimo accumulare tutta sta energia, potremmo anche fregarcene del prezzo del petrolio.

E Internet tornerebbe ad essere una piazza dove incontrarsi e scambiarsi informazioni utili, condividere piaceri, e non sfogare nevrosi private e pubbliche...

mercoledì 7 novembre 2007

killerblog


Raffaele Sollecito, 24enne barese, arrestato con la compagna ventenne Amanda Marie Knox e il congolese Patrick Diya Lumumba (37 anni) per l'omicidio di Meredith Kercher, ha (o meglio: aveva) un blog.
L'ultimo post è del 13 ottobre, e vi si legge tra l'altro:
"(...) ho fatto la domanda per rientrare nel mio carissimo collegio ONAOSI troppo tardi e quindi mi hanno creato troppi problemi per stare a perugia.(...) il collegio lo vedevo sempre un posto dove castrano la gente, in effetti, un posto dove ci sono 350 maschi e nn puoi far entrare nessuno sembra fatto a posta per tenere a freno gli istinti. (...) Ma chi più di tutti stimo con fierezza è l'Onaosino n° 1... Il Mostro di Foligno! Anche lui era un onaosino! A questo punto mi viene da pensare che in quel collegio ci sono capitati cani e porci e tutti con un fattore comune: "depressione".(...)

Ci sono a questo momento 158 commenti, ovviamente alcuni più deliranti del post stesso. Come sempre succede...

Peccato che il blog non venga più aggiornato! ;-)

martedì 6 novembre 2007

lo piccolo joco

Da La Repubblica:

(...) la riflessione del procuratore antimafia Piero Grasso è che "la cupola mafiosa con questa operazione è stata azzerata!". Provenzano, ha spiegato Grasso, "in un pizzino diceva che nella commissione di Cosa nostra erano rimasti lui, Rotolo e Lo Piccolo. Li abbiamo arrestati tutti". Dunque, Cosa nostra "non ha un vertice". Secondo Grasso, però, ciò non significa che non emergeranno nuove figure di spicco: "alcuni capi-zona - dice - hanno aumentato la propria influenza anche fuori i mandamenti".

Appunto.

dal balcone



E adesso che a Guidonia un ex-capitano dell'Esercito ha sparato sulla folla dal balcone di casa sua, ferendo 17 persone e uccidendone due, che facciamo? Sgomberiamo tutti i condomini di Guidonia? Abbattiamo le centinaia di balconi abusivi del Lazio? Espelliamo gli ex-militari dall'Italia?

sembra ieri


Biagi: La società che lei non ama in fondo le ha dato tutto: le ha dato il successo, una notorietà internazionale...
Pasolini: Il successo non è niente. Il successo è l'altra faccia della persecuzione. E poi il successo è sempre una cosa brutta per un uomo. Può esaltare in un primo momento, può dare delle piccole soddisfazioni a certe vanità, ma in realtà appena ottenuto si capisce che è una cosa brutta per un uomo il successo.
Per esempio, il fatto di aver trovato i miei amici qui alla televisione non è bello. Per fortuna noi siamo riusciti ad andare al di là dei microfoni e del video e a ricostituire qualcosa di reale, di sincero. Ma come posizione, è brutta, è falsa.

Che cosa ci trova di così anormale?
Perché la televisione è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci.

Ma oltre ai formaggini e al resto, come lei ha scritto una volta, adesso questo mezzo porta le sue parole: noi stiamo discutendo tutti con grande libertà, senza alcuna inibizione.
No, non è vero.

Si, è vero, lei può dire tutto quel che vuole.
No, non posso dire tutto quello che voglio.

Lo dica.
No, non potrei perché sarei accusato di vilipendio, uno dei tanti vilipendi del codice fascista italiano. Quindi in realtà non posso dire tutto. E poi, a parte questo, oggettivamente, di fronte all'ingenuità o alla sprovvedutezza di certi ascoltatori, io stesso non vorrei dire certe cose. Quindi io mi autocensuro.
Comunque, a parte questo, è proprio il medium di massa in sé: nel momento in cui qualcuno ci ascolta dal video, ha verso di noi un rapporto da inferiore a superiore, che è un rapporto spaventosamente antidemocratico.

Io penso che in certi casi è anche un rapporto alla pari, perché lo spettatore che è davanti al teleschermo rivive attraverso le vostre vicende anche qualcosa di suo. Non è in uno stato di inferiorità. Perché non può essere alla pari?
Teoricamente questo può essere giusto per alcuni spettatori, che culturalmente, per privilegio sociale, ci sono pari. Ma in genere le parole che cadono dal video, cadono sempre dall'alto, anche le più democratiche, anche le più vere, le più sincere.

Quali sono i suoi nemici?
Non lo so, non li conto: sento ogni tanto delle ondate di inimicizia delle volte inesplicabile, ma non ho voglia di occuparmene molto.

Chi sono invece le persone che ama di più?
Quelle che che amo di più sono le persone che possibilmente non abbiano fatto neanche la quarta elementare, cioè le persone assolutamente semplici. Non lo dico per retorica, ma perché la cultura piccolo borghese, almeno nella mia nazione(ma forse anche in Francia e in Spagna), è qualcosa che porta sempre a delle corruzioni, a delle impurezze. Mentre un analfabeta, uno che abbia fatto i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura. Poi si ritrova a un altissimo grado di cultura, ma la cultura media è sempre corruttrice.


(fonte: qui)

mercoledì 31 ottobre 2007

allouìn



Öööh quanto è divertente, 'sta americanata di Halloween!

Mi ricordo da bambino, quando si chiamava "Il ponte dei morti" e si andava a pulire le tombe di antenati mai conosciuti se non in quelle foto in bianco e nero dentro una mandorla. C'erano sempre foglie secche sulle tombe, e le erbacce toccava a me strapparle...

Però tirare un bel calcione ad un mucchio di foglie secche, che gusto!
E guardare quei cimiteri addobbati di fiori faceva già pensare al Natale, non so perché...
Halloween neanche sapevamo esistesse, e i gatti neri erano gatti e basta,
portava molta più sfiga dover andare a scuola sotto la pioggia con gli stivali di gomma verdi,
in quel periodo dell'anno, con lo zainetto quadrato sulle spalle con i catarifrangenti rossi...
ma i bambini di oggi lo sapranno che domani notte bisogna lasciare una tazza di latte e dei biscotti secchi sul tavolo,
prima di andare a letto?
Sapranno perché?

martedì 30 ottobre 2007

lo straniero


Per me è straniero l’egoista mascalzone che respinge l’affamato lontano dalla propria tavola, l’assetato lontano dal proprio pozzo, la miseria del mondo lontano dal proprio confort.

Mi è estraneo l’uomo capace, per servire il proprio interesse, di trattare gli esseri umani come bestiame, come attrezzi o merci.

Per me è straniero chi, per calcolo economico o per strategia politica, raccoglie gli uomini, gli infermi, gli asserviti, e li respinge verso una sorte crudele, verso la miseria, l’umiliazione, la paura, il dolore, la morte.

Mi è estraneo colui che serve, come una macchina, questa politica; colui che “amministra”, raccoglie le informazioni, redige le schedature, timbra, arresta, ammanetta, malmena ed espelle.

Per me è straniero chi, per sostenere questa politica, punta sulla paura e l’ignoranza, sull’invidia e sulla vigliaccheria; chi incita all’odio contro uomini che hanno un colore, una lingua e delle maniere di vivere differenti.

Mi è estraneo chi inventa e diffonde le menzogne che alimentano questo odio.

Le uniche frontiere che riconosco necessarie sono quelle che proteggono gli uomini dai pescecani e dalle iene che indossano una faccia da uomo, dall’avvoltoio e dal robot, dallo sfruttatore e dal mascalzone.

Frontiere che sono determinato a difendere con fermezza, respingendo gli assalti di questi barbari stranieri.


(Autore: Gérard De Mai
Fonte: qui)

lunedì 29 ottobre 2007

i did it (my way)


Stremato come Dorando Petri all'arrivo della Maratona olimpica del 1908, posso dire: "ce l'ho fatta"... il mio filmato sul caso Aldrovandi, dopo un rinvio di una settimana, e senza particolare pubblicità, è andato in onda stasera. Spero che, oltre che da un numeroso pubblico, tra il quale mi auguro ci sia qualcuno di nuovo che si incuriosisca di conoscere meglio questa storia, il filmato sia stato visto da... "chi di dovere".

Il 29 novembre prossimo, la prima vera udienza del processo: inizieranno a sfilare i testimoni. Il sottoscritto è compreso nel lungo elenco, come teste "de relato": vuol dire indiretto, correlato, riferito; che ha sentito testimoni diretti del fatto e ne ha riportato (in parte) il racconto (o più spesso, il non racconto, nda)...
questo potrebbe creare un conflitto tra il dovere civico di collaborare con la giustizia (non credo con sostanziali apporti alla vicenda processuale) e il diritto di cronaca (credo con qualche speranza di poter ancora cercare una verità più ampia): non nascondo l'imbarazzo di aver sentito il mio nome pronunciato da un giudice in un processo (in questo processo), ma proprio per questo sono sereno sull'importanza di seguire, quanto più da vicino possibile, l'evolversi di questa storia e di poterne rendere conto al pubblico (del mio programma televisivo e non).



P.S. Su questo blog non saranno tollerate le violente prese di posizione colpevoliste che a volte capita di leggere su quello dedicato a Federico dalla sua famiglia. Che soffre, indiscutibilmente, da oltre due anni. Che ha affrontato una battaglia che sembrava impossibile, per arrivare a un processo che arrivasse a definire una verità sulla morte del figlio. Ma che non merita che nessuno, in nome o peggio per conto di Federico e dei suoi, dimentichi i principi di civiltà e costituzionali di questo paese per sfogare istinti di vendetta. Il processo comincia ora, e scriverà la sua verità solo alla fine. Qualunque essa sia, a me interessa meno che quattro poliziotti vadano in galera, di quanto importi capire e raccontare come e perché è potuto succedere tutto questo: e parlo di tutto quanto ha causato ma forse soprattutto seguito la morte di questo diciottenne. Parlo anche di colpe che forse i codici della giustizia non prevedono nemmeno gli strumenti perché vengano definite e sanzionate...

beati loro


498 religiosi spagnoli morti tra il 1934 e il 1937 beatificati da papa Ratzinger. In una botta sola: conta il numero, la quantità, la santità un tanto al chilo... che poi fossero franchisti, ovvero fautori del regime falangista che con l'appoggio dei soldati nazisti e fascisti mandati da Mussolini, ha massacrato 40'000 tra contadini, operai, donne e bambini, che importa? Quelli erano cattivoni anticlericali... e Guernica un fumettone, vero?


Su questa ennesima boiata di Ratzinger la penso più o meno come loro e come loro.

Per ristabilire un pò di verità sulla "guerra di Spagna" si può fare un ripasso qui, o leggere le parole di uno che c'era.

nascere così


Appena avevo visto il manifesto di questa campagna contro l'omofobia promossa dalla Regione Toscana (di centrosinistra), qualche giorno fa, mi erano venuti i brividi. Ho letto che il Governo (la ministra per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini) l'ha appoggiata. E addirittura Franco Grillini l'ha apprezzata. E i miei brividi crescevano...

Poi invece, per fortuna, ho scoperto che Vladimir Luxuria no. E stavolta io sto decisamente con Luxuria!

Perché mi fa orrore l'idea che la genetica ormai sia la Fede universale, che spiega l'origine di tutto il mondo, ogni aspetto della personalità, ogni caratteristica individuale, ogni comportamento umano.
E mi fa paura che passi come antiomofobico un concetto che secondo me è profondamente discriminatorio: se sei gay, ti tolgo anche la libertà di concepirla come una tua scelta; sei nato così, non è "colpa" (evviva!) né merito tuo...
non sono d'accordo, ma proprio per niente.

Nasciamo e viviamo continuamente condizionati da un'infinità di fattori: in parte la genetica sicuramente, ma anche l'ambiente, le condizioni sociali, l'educazione, l'interazione con altri esseri umani, lo sviluppo psicofisico, le esperienze... e le scelte.
Sennò non c'è più libertà.

venerdì 26 ottobre 2007

mai più senza (n°2)



Specchio da bagno con tergicristalli (manuale?) incorporato.
Si trova qui.

giovedì 25 ottobre 2007

the pool


Su Repubblica, Bolzoni e D'Avanzo
suonano la campana (a morto) per il Pool Antimafia di Palermo.


Ci sarebbe una spaccatura interna tra alcuni PM più affini al modo di condurre le indagini e affrontare la Mafia dell'ex-Procuratore Gian Carlo Caselli (Antonio Ingroia, Roberto Scarpinato, Nico Gozzo, Gaetano Paci) e altri più vicini al suo successore Pietro Grasso (Giuseppe Pignatone, Maurizio De Lucia, Michele Prestipino).

Addirittura si parla di cannibalismo, di odio aperto tra gli uni e gli altri.

In sostanza da un lato ci sarebbero gli allievi della "scuola Caselli" che negli anni '90 portò ad arrestare quasi 9000 persone: ne portarono a processo circa un terzo, ma soprattutto arrivarono a lambire il "livello superiore" delle complicità tra mafiosi tout-court e politici, senza però riuscire ad ottenere condanne esemplari. La "Mafia dei colletti bianchi", molto più difficile da definire giuridicamente e dunque più sfuggente, sarebbe solo un "teorema" di alcuni magistrati visionari affini, secondo i loro detrattori, alle "toghe rosse" milanesi di quegli stessi anni.
La sentenza Andreotti (dichiarato contiguo alla Mafia fino al 1980, reato per il quale era scattata la prescrizione, e non "assolto", nda) avrebbe segnato l'inizio della fine, la prova secondo alcuni dell'inconsistenza delle prove raccolte sul livello superiore e quindi dell'intero metodo di lavoro della squadra.

Con l'arrivo di Grasso avrebbe preso piede un'altra scuola: la lotta è stata limitata a un livello più concreto, si è data (con ottimi risultati, senza dubbio) la caccia alla "Mafia che spara".
La cattura di Provenzano segnerebbe l'apice del successo di questa strategia.

E oggi, con il caso Cuffaro, saremmo di fronte alla prova del nove: Totò vasavasa, che forse non si arriverà a condannare in via definitiva come mafioso, sarebbe la prova vivente che tante "chiacchiere" sulla Mafia sarebbero senza fondamenta. Che la Mafia è stata sostanzialmente sconfitta militarmente e se esiste ancora, è limitata a ristretti ambiti territoriali: addirittura non ci sarebbe più neanche una Cupola, ma qualche vecchio pecoraro con la lupara qua e là.
Arrestato il "Capo dei capi" Provenzano, ultimo capostipite di quella mafia contadina rinchiusa in stalle a lume di candela e santine della Madonna, nessun Matteo Messina Denaro l'avrebbe sostituito dando alla "onorata società" un'organizzazione "federale" sul suolo siciliano e "globalizzata" in franchising con russi, cinesi, colombiani e via dicendo; gestendo con Internet, cellulari satellitari criptati, finanziamenti europei e propri uomini nei centri nevralgici del potere politico e finanziario del paese... quest'idea di una Mafia moderna come la società che le sta attorno, non ha prove da portare in tribunale per essere confermata. Dunque, si smentirebbe da sola.

Con l'anno nuovo, quelli della "scuola Caselli" stanno per essere sostituiti da altri, magari più in linea con Grasso. Si dice che questo avverrà per una "naturale" scadenza del loro mandato.
In realtà c'è una legge ben specifica varata da un governo ben specifico che stabilisce in un tot di anni la permanenza massima di certi magistrati in certe strutture.
C'è dietro un'idea di un perverso "turn-over" di giudici che farebbe ridere se non fosse tragico, che nasce da quel malinteso sui "professionisti dell'Antimafia" nato dalla penna, inacidita dall'età e dagli innamoramenti politici per certo pannellismo, di Leonardo Sciascia.

Una doverosa parentesi. Questa è una vicenda delicata, e il sottoscritto non ha né la verità in tasca, né soprattutto accetta il classico gioco all'italiana manicheo e da tifoseria calcistica "o da una parte o dall'altra": sono innumerevoli i meriti della gestione Grasso così come i limiti dell'azione della scuola Caselli... eppoi il personaggio Caselli non è che mi sia poi, umanamente, così simpatico: il metodo investigativo con cui affrontò la "emergenza terrorismo" nei suoi anni piemontesi mi lascia forti dubbi storici...

Detto questo, a Palermo va in scena la chiusura definitiva del sipario aperto, anzi, strappato negli anni che videro nascere l'idea stessa di un "pool" Antimafia. Del quale facevano parte Giovanni Falcone, che si era fatto le ossa come segugio delle piste bancarie fatte di conti cifrati nei paradisi fiscali, che andò a prelevare l'"amico americano" Buscetta per farsi raccontare la Cupola siciliana, eccetera; e Paolo Borsellino, che tra l'altro in una famosa ultima intervista toccò quel "livello superiore" che oggi sembra sia considerato una chimera, che era stato giovane fascista nel FUAN, e che diceva: "La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità." Eccetera, eccetera.

mercoledì 24 ottobre 2007

stamo a ffà er cinema


E' morto ed aveva solo due mesi.
E' morto sulle rive del Tevere, a pochi passi dalla Factory occupata, un laboratorio sociale su Via Riva Ostiense.
Questo bimbo si chiamava Francesco e muore in una notte freddissima qualsiasi, nella tenda posizionata a pochi passi dalle acque del Fiume. Con lui c'erano i genitori, giovanissimi, una famiglia Rom rumena che "abitava" sulle sponde del fiume insieme ad altri rom, come tanti delle migliaia di rom che vivono nelle baraccopoli improvvisate nei parchi della città, nelle zone meno battute della capitale.

Qui il sito della Factory.

Per un fascista che butta un bicchiere di inchiostro rosso nella Fontana di Trevi, titoloni sui TG e caccia all'uomo degna de "Il fuggitivo". Per Francesco neanche una riga sul giornale e per i ragazzi della Factory magari qualche sguardo schifato del pubblico radical-chic della Festa del Cinema o l'intervento dei buttafuori in giacca e cravatta dell'Auditorium veltroniano.

martedì 23 ottobre 2007

la notte dei coltelli


Da Repubblica:

Perugia, 14:02
TERRORISMO: IN CASA DEI 5 UMBRI ARRESTATI SOLO COLTELLI
Non sono state trovate armi, ma cinque coltelli di grandi dimensioni ai 5 arrestati nell'operazione "Brushwood". Sono tutti originari di Spoleto: un uomo di 42 anni, gli altri tra i 20 e 25 anni. Il reato contestato e' la violazione dell'articolo 270 bis del codice penale contro le "associazioni con finalita' di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico". "Penso che i loro programmi siano stati interrotti dal nostro intervento, e' stato bene, nell'opera di prevenzione che svolgono le forze di polizia, mettere in condizione questa cellula che si collegava con il piu' importante movimento nazionale di non nuocere". Lo ha detto Nicola Miriano, Procuratore della Repubblica di Perugia. "Sono emersi interessanti indizi a carico delle persone arrestate - ha aggiunto - ma l'indagine prosegue a tutto campo, nella domanda di sicurezza sempre piu' pressante della regione e del Paese la risposta data dall'impegno dell'intera Procura, che ha operato in stretta sinergia, e' particolarmente significativo".Come ha detto il vicecomandante nazionale dei Ros Giampaolo Ganzer, "pur non essendoci ipotesi concrete sugli obiettivi futuri del gruppo non era difficile prevedere l'innalzamento del livello di scontro, la cellula umbra, gia' strutturata, era in fase di crescita e l'apparente spontaneismo rientrava all'interno di una progettualita' piu' ampia". I cinque arrestati (tutti spoletini, tra i quali sembra il figlio di un noto esponente politico locale di estrema sinistra) sono stati definiti "giovani in fase di crescita e di formazione ideologico operativa che costituiscono una componente di una certa pericolosita', soltanto uno ha precedenti legati a reati riconducibili all'ordine pubblico, alcuni sono studenti altri lavoratori".

Checcosa?!!
4 ragazzini di ventanni e un quarantenne arrestati per terrorismo, e in casa hanno solo dei COLTELLI?
Prevenzione del terrorismo o concezione fascista dei compiti delle forze dell'ordine?

Il procuratore di Perugia pensasse piuttosto a tirar fuori l'assassino di Sonia Marra dal convento in cui rimane nascosto,
o di ritrovare Fabrizio Catalano...
E quella faccia di Giampaolo Ganzer lo fanno ancora parlare in pubblico? Fate una ricerchina su Google per capire chi è sto simpatico carabinierone...
Che cavolo di spiegazione è: "arrestiamoli subito finché son piccoli, prima che diventino terroristi"? Questa si chiama repressione, abuso di potere, si vede lontano un miglio l'antidemocraticità di una tale affermazione!

E se uno è figlio di "un esponente di estrema sinistra", deve andare in galera?
No, ditelo: basta saperlo!

Uno solo ha dei precedentucoli: che avrà fatto? Schiamazzi, disturbo delle quiete pubblica?


Dobbiamo saperlo, sennò questa azione oltre che calunniosa può significare un precedente (uno dei tanti) per portare avanti logiche da sceriffi da Far West con lavavetri, figli-di-gente-di-sinistra, futuristi all'inchiostro rosso...

AIUTO!!!
Sto diventando anarco-incazzaturezionalista...

domenica 21 ottobre 2007

la fattoria dei clementi


Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (...)
(da "Costituzione italiana", articolo 3)

Tutti gli animali sono uguali, ma qualche animale è più uguale degli altri.
(da "La fattoria degli animali", di George Orwell, 1945)

giovedì 18 ottobre 2007

separazioni


Parigi: Nicolas e Cecilia Sarkozy divorziano. I media italiani titolano: "separazione". Ma la separazione esiste solo in Italia, è uno dei tanti compromessi storici con la chiesa cattolica che ha fatto nascere questo "divorzio temporaneo e reversibile"...

Infatti:
Reggio Emilia: durante l'udienza di separazione, un uomo spara in aula. Due morti e feriti gravi per merito di questa bella istituzione italica che è la separazione.
E non c'entra un cazzo che quello squilibrato fosse albanese, ma nei titoli dei media italiani spicca questo.

Per un veloce ripasso su separazione e divorzio, clic qui.

mercoledì 17 ottobre 2007

interesse sociale


Art. 147 delle norme di attuazione del Codice di procedura penale:

Riprese audiovisive dei dibattimenti

1. Ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, il giudice con ordinanza, se le parti consentono, può autorizzare in
tutto o in parte la ripresa fotografica, fonografica o audiovisiva ovvero la trasmissione radiofonica o televisiva del
dibattimento, purché non derivi pregiudizio al sereno e regolare svolgimento dell’udienza o alla decisione.
2. L’autorizzazione può essere data anche senza il consenso delle parti quando sussiste un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento.
3. Anche quando autorizza la ripresa o la trasmissione a norma dei commi 1 e 2, il presidente vieta la ripresa
delle immagini di parti, testimoni, periti, consulenti tecnici, interpreti e di ogni altro soggetto che deve essere
presente, se i medesimi non vi consentono o la legge ne fa divieto.
4. Non possono in ogni caso essere autorizzate le riprese o le trasmissioni dei dibattimenti che si svolgono a
porte chiuse a norma dell’art. 472 commi 1, 2 e 4 del codice.(... qui il testo completo)


Dal fax spedito a "Chi l'ha visto?" e a "Un giorno in pretura" dalla Presidenza del Tribunale di Ferrara:
(...)Ritenuto che i richiedenti giustificano la richiesta con la sussistenza di "un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento";(...) Che non vi è ragione per negare la sussistenza del suddetto interesse qualificato all'esercizio del diritto di cronaca, trattandosi di circostanza notoria anche per chi i contenuti di dette trasmissioni ignori;(...) Autorizza le riprese audiovideo delle fasi del dibattimento n.1202/07 nei confronti di Forlani Paolo + 3 (...)

io se fossi spiderpork


Pensate per un attimo, ripetete mentalmente la parola "vaffanculo". Chi vi viene in mente?

Beppe Grillo si è ormai appropriato del copyright di questa espressione.
Uno pensa a Veltroni, alle facce del piddì, e non può più neanche incazzarsi di suo.

(...)mi hanno tolto il gusto
di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento,
cioè solo l'immagine del grande smarrimento(...)

Giorgio Gaber, "Io se fossi Dio"

lunedì 15 ottobre 2007

schifezze poco igieniche

Uno guarda la TV per anni e non se ne rende conto... altro che "I persuasori occulti".
Ho appena scoperto uno dei migliori messaggi subliminali degli ultimi anni,
grazie al fatto che stavo di spalle al televisore, in cucina...
Avete presente lo spot demenziale dove l'idraulico si presenta sulla porta dicendo
"Salve, prendo il tubo e trascino un po' di schifezze poco igieniche sul pavimento",
e poi il bambino "Mamma sono stato rincorso da un drago in un lago di melma"?
Ebbene, provate ad ascoltarlo senza guardare...
vi ricorda niente quel suono di campanello?

Ma sì, è lo stesso che annuncia l'arrivo degli ospiti di "Porta a Porta"!



Occhèi, fatto l'accostamento? Io sto ancora ridendo...

la cinese

Non mi è venuta una strana influenza, anche se inizia la stagione delle febbri e delle diarree improvvise...
Non mi sono rivisto il rivoluzionario film di Godard...
E' che mi sono "accattato la motoretta":

Made by
KWANG YANG MOTOR CO.,LTD.
NO.35 Wan Hsing Street, San Min District
Kaohsiung, Taiwan, Republic of China


Speriamo bene, vista la giungla d'asfalto (e di cafonaggine) che è questa città...

domenica 14 ottobre 2007

partito democratico extinction


Se Al Gore può vincere il Nobel per la Pace, perché non posso votare Milla Jovovich al posto di Uolteresa di Calcutta e Rosy Bindi-Bondi?

mercoledì 10 ottobre 2007

no alarm, good surprises


Cacchio, funziona davvero! L'immagine è la ricevuta dell'acquisto...
Ho appena comprato e scaricato a 1 centesimo di sterlina (più le spese: totale 0,46£!) l'ultimo album dei Radiohead!

Si parte da qui, serve una carta di credito e in un paio di minuti (media di download poco fa: 450kb/secondo) avrete dieci nuove canzoni (in mp3 a 160kbps e senza DRM!) di uno dei migliori gruppi degli ultimi dieci anni!
Sono arrivato ad ascoltare le terza canzone in questo momento ma mi pare già un capolavoro...

martedì 9 ottobre 2007

di profilo


Questa immagine (clic per ingrandire) è una spiegazione a chi mi chiede perchè nel mio profilo su Blogger (appena aggiornato) ho scritto, sotto "Interessi", Tutto ciò che non è facile separare con una virgola.

buona l'ultima?


Dall'ultima intervista di Paolo Borsellino:
(...)
A quanto pare Rapisarda e Dell’Utri erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia (Francesco Paolo Alamia, presidente dell’immobiliare Inim e della Sofim, sede di Milano, ancora in via Chiaravalle 7, ndr).

«Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Dell’Utri e Rapisarda non so fornirle particolari indicazioni trattandosi, ripeto sempre, di indagini di cui non mi sono occupato personalmente».
(...)
A questo punto Paolo Borsellino consegna dopo qualche esitazione ai giornalisti 12 fogli, le carte che ha consultato durante l’intervista: «Alcuni sono sicuramente ostensibili perché fanno parte del maxiprocesso, ormai è conosciuto, è pubblico, alcuni non lo so...». Non sono documenti processuali segreti ma la stampa dei rapporti contenuti dalla memoria del computer del pool antimafia di Palermo, in cui compaiono i nomi delle persone citate nell’intervista: Mangano, Dell’Utri, Rapisarda, Berlusconi, Alamia.

E questa inchiesta quando finirà?

«Entro ottobre di quest’anno...».

Quando è chiusa, questi atti diventano pubblici?

«Certamente...».

Perché ci servono per un’inchiesta che stiamo cominciando sui rapporti tra la grossa industria...

«Passerà del tempo prima che...», sono le ultime parole di Paolo Borsellino.

Palermo, 21 maggio, 1992.


Dal "curriculum" di Marcello Dell'Utri su Wikipedia:
(...)
Il 24 ottobre 1976 Dell'Utri si trova insieme a Vittorio Mangano e ad altri mafiosi alla festa di compleanno del boss catanese Antonino Calderone, al ristorante "Le Colline Pistoiesi" di Milano.
Nel 1977 si dimette da Edilnord (di Berlusconi, nda) e viene assunto alla Inim di Rapisarda, che ha relazioni con personalità di spicco della mafia quali Ciancimino e i Cuntrera-Caruana. Diventa poi amministratore delegato della Bresciano Costruzioni, che dopo pochi anni va in bancarotta fraudolenta.
Nel 1980 la Criminalpol di Milano, nell'ambito di un'indagine di droga, intercetta una telefonata tra Mangano e Dell'Utri. In questa telefonata, divenuta celebre, Mangano parla di un "cavallo" e propone a Dell'Utri di entrare nell'affare. Il defunto giudice Borsellino affermò a riguardo in un'intervista:
« Sì, tra l'altro questa tesi dei cavalli - che vogliono dire droga - è una tesi che fu avanzata alla nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al dibattimento, tanto è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga. »(...)


Alamia era socio di Rapisarda, il principale accusatore di Dell'Utri, che ha testimoniato che Dell'Utri gli era stato presentato da un picciotto di Stefano Bontade...Rapisarda avrebbe parlato delle attività nel settore edilizio di Alamia come coperture per il riciclaggio di denaro sporco: le sue rivelazioni furono raccolte nel celebre fascicolo 6031/94 della Procura di Palermo (definita "la madre di tutti i riciclaggi") e portarono a un indagine su, tra gli altri, Berlusconi, Dell'Utri, Rapisarda e Alamia. La posizione di Berlusconi fu poi archiviata, come quella di Alamia. A processo andò invece Dell'Utri.

Dalla "sentenza Dell'Utri", 11 dicembre 2004:
(...)
Visti gli artt. 110, 416, 416 bis C.P., 533, 535 C.P.P.;
DICHIARA
DELL’UTRI MARCELLO e CINA’ GAETANO colpevoli dei reati loro
rispettivamente contestati e, ritenuta la continuazione tra gli stessi,
CONDANNA
DELL’UTRI MARCELLO alla pena di anni nove di reclusione
e CINA’
GAETANO alla pena di anni sette di reclusione ed entrambi, in solido, al
pagamento delle spese processuali, nonché il CINA’ anche a quelle del
proprio mantenimento in carcere durante la custodia cautelare.
Visti gli artt. 28, 29,32 e 417 c.p.,
DICHIARA
Entrambi gli imputati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, nonché in
stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena.
APPLICA
A ciascuno degli imputati la misura di sicurezza della libertà vigilata per
la durata di anni due, da eseguirsi a pena espiata.
Visti gli artt. 539 e 541 c.p.p.,
CONDANNA
Entrambi gli imputati in solido al risarcimento dei danni in favore delle
costituite parti civili, Provincia Regionale di Palermo e Comune di
Palermo, da liquidarsi in separato giudizio, rigettando le richieste di
pagamento di provvisionali immediatamente esecutive.
Condanna, infine, gli imputati in solido al pagamento delle spese
sostenute dalle medesime parti civili che liquida in complessivi euro
ventimila per il Comune di Palermo ed euro cinquantamila per la Provincia
Regionale di Palermo, somme comprensive di onorari e spese.
Visto l’art. 544, comma 3, C.P.P.,
indica in giorni novanta il termine per il deposito della sentenza.
Palermo, 11 dicembre 2004.
I GIUDICI ESTENSORI Il PRESIDENTE
Gabriella Di Marco L. Guarnotta
Giuseppe Sgadari


In questa sentenza di primo grado (di 1771 pagine) il nome di Francesco Paolo Alamia compare 63 volte.
Ricordo gli articoli del codice penale citati:
Art. 110 Pena per coloro che concorrono nel reato(...)
Art. 416 Associazione per delinquere(...)
Art. 416 bis Associazione di tipo mafioso(...)


Alamia era socio nella Immobiliare Calliope srl con tali Salvatore Bandiera e Dario Lopez. Consulente finanziario era Antonio Maiorana, scomparso col figlio Stefano il 3 agosto da un cantiere edile di Isola delle Femmine (PA). Maiorana, nel mese di luglio, aveva di fatto rilevato le quote della Calliope di Alamia e Bandiera con modalità che la ex-moglie di Maiorana (che però respinge la testi della lupara bianca) definisce ricattatorie...

to be continued?

lunedì 8 ottobre 2007

curami curami prendimi in cura da te


Berlusconi: "votiamo a primavera con questa legge elettorale".

Non si conosce una cura definitiva per il disturbo bipolare. Tuttavia la malattia può essere tenuta sotto controllo e i pazienti bipolari possono condurre una vita normale e produttiva. È talvolta necessario molto tempo prima di trovare la terapia adatta.
(da Wikipedia, voce Psicosi maniaco-depressiva: TERAPIA)

mercoledì 3 ottobre 2007

prima di uscire


Sto uscendo di corsa per prendere un volo per Palermo, per un altro "caso", ma faccio almeno in tempo a fare un copiaincolla.
Ecco qua

Da La Nuova Ferrara di oggi:

Aldrovandi, gli interrogatori di garanzia
Nell’ambito dell’inchiesta-bis sentiti tre poliziotti della questura



L’inchiesta bis sulla questura di Ferrara entra nel vivo: si sono svolti nei giorni scorsi, infatti, davanti al pubblico ministero Nicola Proto, gli interrogatori di garanzia di tre poliziotti della questura di Ferrara, indagati per vari reati, tra cui falso, omissione e mancata trasmissione di atti, commessi durante la prima fase «approssimativa» dell’indagine sulla morte di Federico Aldrovandi.
Si tratta di atti dovuti e conseguenti all’acquisizione di atti e documenti, trasmessi in ritardo alla procura, di cui avevano dato notizia i legali della famiglia Aldrovandi, sottolineando le stranezze e la mancata trasparenza di una inchiesta che si trascina da due anni con ripetuti e continui retroscena, negativi per le istituzioni coinvolte.
L’inchiesta bis è stata aperta parallelamente a quella sulla morte di Federico e ha visto concretizzarsi gli interrogatori di garanzia dopo l’invio degli «avvisi» a carico dei rispettivi tre poliziotti che avrebbero avuto ruoli nei presunti ritardi, manipolazioni od omissioni. Ieri sera, interpellati, tutti i tre legali difensori dei tre poliziotti, Dario Bolognesi, Eugenio Gallerani e Gianluigi Pieraccini che hanno assistito i loro clienti davanti al pm Proto, si sono trincerati dietro il più stretto e assoluto riserbo istruttorio, lo stesso usato dalla procura. E così degli interrogatori non è trapelato alcunché.
Ma da tempo si sa che le persone coinvolte sono rispettivamente il responsabile della centrale operativa del 113 che il 25 settembre 2005 registrò nei brogliacci gli interventi e gli orari relativi alle due pattuglie in servizio, che ebbero una colluttazione violentissima con Federico Aldrovandi, che morì durante il loro intervento. Il secondo indagato è il dirigente, dell’epoca, che comandava la sezione dell’Upg, Ufficio prevenzione generale, mentre il terzo indagato è un ispettore del nucleo di polizia nella procura cittadina, che aveva incarichi di polizia giudiziaria e che all’epoca era diventato il punto di riferimento delle indagini e stretto collaboratore del pm Mariaemanuela Guerra che seguiva allora l’inchiesta Aldrovandi (poi si è astenuta per motivi personali di incompatibilità). L’inchiesta bis venne aperta nel maggio scorso, in parallelo all’indagine ormai conclusa sulla morte di Federico Aldrovandi, per cui è fissato il processo a carico di 4 poliziotti per il 19 ottobre prossimo. Inchiesta bis che sta accertando i motivi per cui il brogliaccio delle chiamate al 113, redatto dall’operatore, la mattina del 25 settembre fu corretto nello spazio in cui venivano riportati i dati dell’intervento eseguito dai quattro agenti delle due pattuglie accusati dell’eccesso colposo che ha causato la morte del ragazzo. Ma non solo. Anche il ritardo nell’invio di tamponi e reperti ematici prelevati il giorno della morte e tenuti in frigorifero per mesi. Atti trattenuti, inspiegabilmente. Una catena di responsabilità, presunte, che ha portato ad evidenziare negli atti dei poliziotti, non ancora chiari, ciò che può essere visto come ritardi, presunte omissioni, o ancora mancate trasmissioni di atti. Stranezze che da tempo legali e famiglia Aldrovandi avevano segnalato, sulle quali potrà fare luce l’inchiesta bis e alla luce degli interrogatori potrà anche sancire, in ipotesi, che da parte dei tre indagati non siano stati commessi illeciti. Soprattutto il pm Proto dovrà capire, come chiede la famiglia, se questi atti furono compiuti per depistare o rallentare le indagini o si trattò di pasticci burocratrici - discutibilissmi ma senza rilievo penale - commessi nella gestione approssimativa dei primi momenti dell’indagine.

Daniele Predieri

labambinazingara


Ho appena scoperto l'esistenza di questa signora, che si chiama Mariella Mehr. Non ne sapevo nulla fino a qualche minuto fa e non ho tempo di leggere il suo sito, di vedere l'intervista che le ha fatto Rainews24, di leggere approfonditamente del genocidio culturale organizzato in Svizzera da Pro Juventute ai danni degli Jenisch...
ma voglio almeno trovare un suo libro e leggerlo prima possibile.
Sono sconvolto: mi ricordo quando andavo a scuola, in Svizzera, le raccolte di fondi per Pro Juventute (dopo il 1976, nda).
Questa organizzazione, o meglio l’opera assistenziale «Bambini della strada», dal 1926 al 1973 (1973!) ha lavorato, d'accordo con le autorità pubbliche, a rastrellare i figli degli zingari, toglierli dalle famiglie, recluderli in istituti totalizzanti e dar loro nuovi nomi ed una educazione tesa a toglier loro di dosso qualunque "germe" di nomadismo...
Altro che zingari che rapiscono i bambini: qua si rapivano i bambini agli zingari!