mercoledì 29 settembre 2010

Via i gatti...


... i topi ballano, si dice dalle mie parti. O meglio, in dialetto ticinese, "Bala i ratt".
E' rimbalzata sui media italiani la notizia di una campagna pubblicitaria/politica che ha luogo in questi giorni nella Svizzera Italiana. Subito bollata come razzista, è già stata stigmatizzata a dovere.
Vedi qui per seguirne gli sviluppi e gli (in/evitabili?) commenti...
E qui un editoriale di uno dei più diffusi quotidiani locali, liberale di centrodestra...

Dietro il sito oggetto della campagna di affissioni pare ci sia l'UDC, che in Svizzera era il tradizionale partito della destra contadina delle vallate di lingua tedesca della Svizzera centrale (o meglio, di dialetto "schwyzerdütsch"), che da una quindicina d'anni s'è vista togliere una fetta d'elettorato dalla Lega dei Ticinesi (una pantomima di quella di Bossi capitanata da un cocainomane soprannominato "Il Nano")...
a Sud delle Alpi, però, le idee dello storico leader Christoph Blocher non sono mai passate di moda, e ultimamente si sono imposte portando al successo un referendum di cui vi mostro come promemoria, il manifesto:




Qualcuno se lo ricorderà...
Da quali soggetti "politici" può essere stata ripresa una tale iniziativa?
Ecco qua:


Serve un commento?






"Forse non tutti sanno che..." (chi ricorda la rubrica della Settimana Enigmistica?) in Ticino, il settimanale gratuito della Lega locale, esce ogni domenica con copertine come questa:



Che altro aggiungere?
I disoccupati che vivono nella Svizzera Italiana sono un decimo dei lavoratori italiani che ogni giorno varcano il confine per portare il loro sudore in Ticino. Senza italiani, senza contare gli altri "stranieri" che sostengono l'economia regionale, l'economia del Ticino fallirebbe più in fretta di quell dell'Islanda. E senza mutui subprime o derivati...
E se solo la Svizzera tassasse dell'1 per mille i depositi bancari (il 99,9% dei quali di cittadini stranieri, una percentuale incalcolabile dei quali frutto di illeciti di vario tipo), ci sarebbero soldi per risanare l'economia di qualche paese africano...
E se il 60% dei crimini è compiuto da "stranieri", beh sono pochi - perché se in proporzione, il 40% dei crimini è compiuto da svizzeri, che sono numericamente molti di più, vuol dire che tra la popolazione indigena c'è una percentuale di criminali parecchio più alta!
Eccetera eccetera eccetera
ma se i deliri dei razzistileghistifasciodemocentristi di tutte le risme si possono facilmente smontare con un minimo di razionalità e di cifre, perché da anni non è stato fatto?
Ad essersene andati, più che i gatti del titolo, sono forse i lumi?

lunedì 27 settembre 2010

Run and gun


Ho appena letto che per il suo nuovo documentario Spike Lee ha usato tra le altre "macchine da presa", anche delle Canon EOS 7D come quella che uso io.

(La foto è un autoscatto di prova di un adattatore fantastico che ho comprato qui, provato con un obiettivo Nikon di Eloisa)

Qui si può leggere una lunga intervista al direttore della fotografia di Lee che tesse le lodi di queste macchine, le cosiddette HDSLR (macchine fotografiche che girano anche video full HD...).

C'è un passaggio che mi ha fatto gonfiare il petto:
“Everyone got an opportunity to work with the cameras, including Spike, who shot some footage with the 7D. He would not have been able to shoot and direct if he was using anything larger than a DSLR camera.”

Più o meno vuol dire che Spike, mentre dirige l'operatore durante le riprese, contemporaneamente gira in prima persona con una 7D...

è quello che ho fatto anch'io in alcune occasioni, recentemente!
Per esempio per alcune recenti ricostruzioni di "Chi l'ha visto?".
Per chi ne fosse curioso, ecco qualche esempio:
1) Sul “caso Mollicone”:
a) puntata del 31.05.10
b) puntata del 07.06.10
c) puntata del 12.07.10 (da 1h01’35” a 1h18’35”)
2) e più di recente, alcuni pezzetti nel caso Maiorana

L'espressione "run-and-gun", gli americani la usano per quelle riprese fatte "al volo", a mano, senza treppiedi o altri accessori; spesso e volentieri si usa in ambiti documentaristici o televisivi, insomma in quelle situazioni in cui si usa tenere "carica" la telecamera andando in giro, sempre pronta a "sparare" al volo...
in inglese "girare/riprendere" si dice "to shoot" non a caso.

Insomma: un maestro del cinema mondiale utilizza la stessa macchina con cui lavoro io, in situazioni simili.
C'è solo una differenza: che per lui è un'opzione in più.
Per me, a volte, è una necessità: se non girassi in questo modo, le cose non verrebbero come le vorrei io.
Dunque nel mio caso la produzione risparmia tempo e mezzi (ce li metto io) e la qualità del risultato è notevolmente migliore (le troupe che la Rai ingaggia usano delle telecamere miniDV...).
Ne conseguirebbe che il mio investimento personale e la qualità del prodotto finale potrebbero essere ricompensate, anche economicamente.
E invece non frega niente a nessuno...

Il dono della sintesi

In moltissimi avranno visto il videomessaggio confezionato da Fini,
che ha me ha ricordato le autointerviste al caminetto preconfezionate in cassetta (all'epoca usava così) di Berlusconi.
Gilioli ha riassunto magistralmente in poche gli oltre nove minuti di solilocquio (nove minuti!).

«Dunque, io sono un cretino che si fa raggirare da un semicognato mascalzone.
Il mio alleato invece è un farabutto che tiene i capitali nei paradisi fiscali per non pagare le tasse, fabbrica dossier su chi non è d’accordo con lui e manda in giro per il mondo barbe finte pagate con i soldi dei contribuenti per fottermi.
Quindi, insieme, governiamo l’Italia per altri due anni e mezzo».


Nove minuti, eh.
No, perché tra l'altro sono molto più efficaci questi 54 secondi...

venerdì 24 settembre 2010

Ri-presentazioni

Ieri pomeriggio, alle 18.30, alla libreria FNAC del centro commerciale Porta di Roma, ho presentato il libro+DVD dell'amico e collega Filippo Vendemmiati "È stato morto un ragazzo".
C'erano quattro gatti, letteralmente: le persone sedute in platea si contavano sulle dita di una mano. Ma è stata comunque una chiacchierata piacevole e l'occasione di scambiare qualche opinione con Filippo.

Domani, nel giorno del quinto anniversario dell'uccisione di Federico Aldrovandi, a Ferrara, avrò l'onore di "presentare" una parte della giornata di manifestazioni (trovate il programma sul blog qui a fianco). Sicuramente ci sarà molta più gente, e sarà l'occasione per lanciare una associazione tra familiari di vittime di abusi "da uniforme".

Il giorno dopo, altro anniversario, altra presentazione: a Trapani verrà presentata un nuovo fumetto su Mauro Rostagno.
Non credo di riuscire ad esserci, ma mi farebbe molto piacere...

Per il resto, si tira a campare (sempre peggio)
in attesa che nel lavoro riesca a ritrovare stimoli
che da un pò di tempo vedo periodicamente sfumare
e non è che a me, fare il mio lavoro piaccia di meno, eh!!!