martedì 17 novembre 2009

annali con due enne


Mi dice: "m'han chiesto: ciai storie belle da cinnema?"

Ho risposto: "a volte basta un panetto di burro per essere ricordati negli annali del cinema."

chi ha il visto?

Stamattina ho letto qui e qui questo
appello da losanna su un infame sopruso:

(...)da qualche mese lavoro in una scuola di inserimento professionale a losanna con ragazzi di tutte le età e nazionalità, giovedi' scorso uno degli allievi della classe di accoglienza (classe per ragazzi appena emigrati che non sanno parlare francese) dell'OPTI (questa scuola) è stato preso dal suo istituto dove alloggiava la notte e rinviato a Roma.
La polizia elvetica ha applicato gli accordi di Dublino, per cui si viene rimandati nel primo paese in cui si è fatta richiesta d'asilo.
il ragazzo, minorenne, si chiama Abdirashied Ali. Gli hanno confiscato il cellulare e sappiamo che lo hanno mandato a Roma. Ha già fatto 3 mesi in un cpt in Sicilia e poi lo hanno lasciato libero, ha raggiunto la svizzera e qui' ha iniziato un percorso di scolarizzazione e di inserzione lavorativa come sans papier e richiedente asilo. Abbiamo provato a contattare l'associazione AFFINITA(?) di Roma ma non rispondono.
Sapete, per i romani, dove vengono portati i richiedenti d'asilo? Chi possiamo contattare. Ha sedici anni, non ha soldi, non parla italiano, è da solo e non ha piu' il cellulare. Un inferno.
Come professori andremo a bloccare il consiglio comunale che permette delle cose del genere e già il fatto è sui giornali. Anche un minore non accompagnato quindi non ha possibilità di scampo nella fortezza europa.
Vi prego di mettere in moto la rete di conoscenze se esistono.
Grazie per le eventuali notizie.


Ho fatto qualche piccola verifica: l'OPTI esiste ed è davvero una scuola d'inserimento professionale con sede (anche) a Losanna. La storia, con qualche dettaglio in più, si trova qui (in francese): è sostanzialmente vera. Ho scritto un paio di messaggi alla scuola chiedendo ulteriori ragguagli: vedremo...
Intanto giro l'informazione anche alla "mia" redazione: vedremo...
Chi lo vedrà? Vedremo...

Intanto, c'è un minorenne che quasi sicuramente non parla italiano (forse un pochino di francese l'aveva cominciato a imparare), senza famiglia, documenti, cellulare, senza un aiuto, da qualche parte in Italia, probabilmente a Roma. Così, d'improvviso strappato ad una realtà dove si stava inserendo, stava imparando in una scuola civile... un altro scomparso nella fortezza Europa.



P.S. di un pò di giorni dopo.

Nel frattempo, Abderashid, io e (soprattutto) il mio collega di redazione Matteo, lo avevamo trovato. Qui (in francese) parte della sua storia, che forse (ma forse) andrà pure in onda... sicuramente sulla tv svizzera francese, dove ormai è una caso (inter)nazionale, ma forse pure su CLV...

venerdì 13 novembre 2009

un'altra alba


Cercavo notizie sui fatti di Alba Adriatica, dove un uomo è stato ucciso durante una colluttazione con tre uomini(*), cercando di capire se qualche straccio di giornalista avesse indagato un minimo. Se qualcuno avesse scritto qualcosa di antirazzista, qualcosa di civilità... sul sito del Manifesto niente. Su quello di Liberazione niente. Vado su Google notizie e tra i link vado a leggere questo:

Le responsabilità individuali non sono responsabilità collettive
Ma un reato, anche se efferato
non giustifica il razzismo

di Rosalinda Cappello
Auto ribaltate, fumogeni e sassi lanciati contro le abitazioni degli zingari. Scene di guerriglia urbana che hanno trasformato una manifestazione di protesta in una vera e propria spedizione punitiva. Quello che è successo ieri sera ad Alba Adriatica, vicino a Teramo – scatenato dall’uccisione a calci e pugni del gestore di un locale da parte di tre nomadi ubriachi – è un ulteriore segnale dell’esasperazione dei cittadini frustrati nella loro esigenza di sicurezza, ma che non giustifica episodi simili che rischiano di sconfinare nel razzismo.
Perché il pericolo di una deriva razzista è dietro l’angolo quando si riversa su un’intera comunità il peso di qualcosa che riguarda invece la responsabilità individuale. Quei tre che hanno pestato a morte un uomo erano in visibile stato di ebbrezza, come hanno raccontato alcuni testimoni. Erano prima di tutto degli ubriachi, violenti, e poi dei rom. Di per sé, il fatto che una persona appartenga alla cultura gitana non comporta necessariamente che essa sia incline a commettere azioni contrarie alla legalità e alle basilari regole di convivenza civile. Checché se ne possa pensare, spinti da inveterati pregiudizi - nutriti spesso da una non adeguata conoscenza - sedimentati nelle pieghe della nostra società.
Tanto per provare a fare un po’ di chiarezza forse sarebbe bene precisare che i rom, nomadi, zingari o gipsy - per usare un’accezione dal sapore esotico – sono persone appartenenti a varie nazionalità - anche quella italiana - e non sono dunque solo rumeni, bosniaci e kosovari. Né sono tutti criminali. Spesso, invece, l’opinione pubblica tende a fare confusione, e in questo una parte della responsabilità ricade sui media, che enfatizzano gli episodi criminali che coinvolgono dei rom, e su certa politica che tante volte fa passare messaggi un po’ semplificati che vellicano idiosincrasie, odii, risentimenti, che portano a sparare nel mucchio.
Per cui, è bene che i responsabili dei reati vengano perseguiti e puniti in maniera adeguata, ma attenzione a non commettere l’errore di generalizzare e di aprire la strada a facili tentazioni razziste, a rovesciare sull’altro, sul diverso, sul distante da noi le frustrazioni di una società in difficoltà, che si sente insicura. In Italia, più che in altri paesi, è evidente una problematicità di relazione della popolazione con i nomadi, come è emerso lo scorso anno da un’indagine effettuata dall’Eurobarometro. Secondo questi dati, infatti, il 47% degli italiani non vuole avere gli zingari come vicini di casa, a fronte di una media europea del 24%, mentre in Francia e Germania ai rom sono stati assegnati alloggi comunali. A Parigi, per esempio, molti gitani vivono nei centri abitati in case popolari e in vecchi quartieri, pagano un regolare affitto e le bollette di luce e acqua, non sono emarginati, fanno i più svariati lavori, hanno l’obbligo di mandare i figli a scuola e hanno il divieto di accattonaggio e di chiedere l’elemosina. Chi sbaglia, ha la certezza di pagare.
La percezione diffusa di insicurezza, che si acuisce nel caso di episodi come quello di Alba Adriatica, dove uno dei delinquenti è riuscito a fuggire alla cattura da parte delle forze dell’ordine, esaspera gli animi già sensibili a pregiudizi duri a morire. Come hanno raccontato qualche tempo fa i disegni e i temi di alcuni bambini di Ponticelli sugli zingari: «Sembra che i bambini rubati li usino per l’elemosina, o li vendano a coppie senza figli, o per il trapianto degli organi». E, ancora: «Io penso che noi napoletani abbiamo fatto bene a cacciarli via, per cacciarli via abbiamo dovuto incendiare i loro campi». Ecco, proviamo a non alimentare pensieri come questi, parole che dovrebbero far riflettere tanto più se si pensa che a scriverli sono stati dei bambini.

12 novembre 2009


Dove mi trovo? Dov'è che ho potuto leggere parole di tale... come dire... buon senso (roba in via d'estinzione in Italia, da tutela WWF)?
Qua, sul webmagazine di FareFuturo, il think tank di Gianfranco Fini. Cazzo...

Allora, dopo aver letto questo articolo, ho chiuso gli occhi e sono riuscito per la prima volta a pensare a un paese senza Berlusconi, governato da gente assennata seppure lontana dalle mie idee, un paese dove forse erano meglio avere i democristiani che i leghisti, Un paese dove la sinistra forse non vince, ma almeno fa la sinistra. E dove certe ovvietà non c'è bisogno di scriverle in un articolo, non c'è bisogno di andarle a cercare su Internet, perché magari appartengono alla cultura popolare e alla mentalità comune dei cittadini di quel paese.
Allora è ancora possibile, forse...



(*) In lingua romanì, rom vuol dire uomo

lunedì 9 novembre 2009

misericordia

Nelle preghierine di quando ero bambino ci si doveva "ricordare" di qualcuno:
allora stasera ricordo qualcuno e gli dedico una preghierina...

Giovanardicarlo me lo ricordo bene,
è sempre il solito ordinario squadrista
che disse in faccia ai genitori di Federico Aldrovandi
che il loro figlio era morto da tossico
.
E Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi sono miei fratelli
e non ne provo vergogna.

Che il dio dei tossici e dei pestati a morte si ricordi di lui e ne abbia misericordia,
e che i suoi figli se ne ha, si vergognino di essere stati generati da lui.
E di suo Fratellodaniele,
che per conto del suo governo gestisce dei lager nella Rozza Emilia,
abbia misericordia il dio dei senza identità, degli espulsi,
che sono anch'essi miei fratelli più di lui e di suo fratello.
E un dio della fratellanza se esiste, che provi vergogna per certi fratelli.
Che piuttosto che la vergogna di nascere fratelli di giovanardi, meglio nascer bastardi.

venerdì 6 novembre 2009

creatini


Leggo:
Provocazione di Oliviero Toscani contro il bullismo.

Cioè, c'è ancora qualcuno che pensa che Toscani sia provocatorio? Che sia geniale? Che sia creativo? Toscani?

Cioè: i bulli ce l'hanno piccolo?!?




Se abitassi nella provincia di Bolzano rivorrei i soldi delle mie tasse indietro, cazzo.

giovedì 5 novembre 2009

aritmie (video)

pogradec lake, twilight from Dean Buletti on Vimeo.



Le diverse logiche del volo degli uccelli, delle onde, delle nuvole che passano, del sole che tramonta, degli oggetti che restano fermi.
I diversi ritmi della natura, della musica, e dell'interval rec.

Lago di Pogradec, Albania, fine ottobre 2009.
Musica: God Is An Astronaut - "Frozen Twilight"

domenica 1 novembre 2009

sei chiara come un'alda

se ne è andata aldamerini.
non cito, non ricordo, non celebro
uno degli ultimi pezzetti di bellezza
rimasti in questo paese
quasi incastrato, impigliato
come uno straccio di sacchetto nero
della spazzatura impigliato
sui rami del lungotevere, dei navigli
dopo l'altamarea, l'alluvione, le troione.
ad asciugare al sole malato,
da lobotomia,
che neanche il vento, la prossima onda
di merda
ancora più alta
porterà via.
ti ho amata, aldamatta,
una sera che era già notte a cercare
pane e sigarette
in una boutique dei navigli
tutto in cassetta, anche il mio muto stupore
sai chi è quella
no, non una famosa, una fumosa
un pezzetto di poesia
la differenza è tutta lì
appesa al ramo di un'altra alluvione