"L'errore fondamentale degli anarchici avversari dell'organizzazione è il credere che non sia possibile organizzazione senza autorità." (Errico Malatesta)
mercoledì 3 ottobre 2007
prima di uscire
Sto uscendo di corsa per prendere un volo per Palermo, per un altro "caso", ma faccio almeno in tempo a fare un copiaincolla.
Ecco qua
Da La Nuova Ferrara di oggi:
Aldrovandi, gli interrogatori di garanzia
Nell’ambito dell’inchiesta-bis sentiti tre poliziotti della questura
L’inchiesta bis sulla questura di Ferrara entra nel vivo: si sono svolti nei giorni scorsi, infatti, davanti al pubblico ministero Nicola Proto, gli interrogatori di garanzia di tre poliziotti della questura di Ferrara, indagati per vari reati, tra cui falso, omissione e mancata trasmissione di atti, commessi durante la prima fase «approssimativa» dell’indagine sulla morte di Federico Aldrovandi.
Si tratta di atti dovuti e conseguenti all’acquisizione di atti e documenti, trasmessi in ritardo alla procura, di cui avevano dato notizia i legali della famiglia Aldrovandi, sottolineando le stranezze e la mancata trasparenza di una inchiesta che si trascina da due anni con ripetuti e continui retroscena, negativi per le istituzioni coinvolte.
L’inchiesta bis è stata aperta parallelamente a quella sulla morte di Federico e ha visto concretizzarsi gli interrogatori di garanzia dopo l’invio degli «avvisi» a carico dei rispettivi tre poliziotti che avrebbero avuto ruoli nei presunti ritardi, manipolazioni od omissioni. Ieri sera, interpellati, tutti i tre legali difensori dei tre poliziotti, Dario Bolognesi, Eugenio Gallerani e Gianluigi Pieraccini che hanno assistito i loro clienti davanti al pm Proto, si sono trincerati dietro il più stretto e assoluto riserbo istruttorio, lo stesso usato dalla procura. E così degli interrogatori non è trapelato alcunché.
Ma da tempo si sa che le persone coinvolte sono rispettivamente il responsabile della centrale operativa del 113 che il 25 settembre 2005 registrò nei brogliacci gli interventi e gli orari relativi alle due pattuglie in servizio, che ebbero una colluttazione violentissima con Federico Aldrovandi, che morì durante il loro intervento. Il secondo indagato è il dirigente, dell’epoca, che comandava la sezione dell’Upg, Ufficio prevenzione generale, mentre il terzo indagato è un ispettore del nucleo di polizia nella procura cittadina, che aveva incarichi di polizia giudiziaria e che all’epoca era diventato il punto di riferimento delle indagini e stretto collaboratore del pm Mariaemanuela Guerra che seguiva allora l’inchiesta Aldrovandi (poi si è astenuta per motivi personali di incompatibilità). L’inchiesta bis venne aperta nel maggio scorso, in parallelo all’indagine ormai conclusa sulla morte di Federico Aldrovandi, per cui è fissato il processo a carico di 4 poliziotti per il 19 ottobre prossimo. Inchiesta bis che sta accertando i motivi per cui il brogliaccio delle chiamate al 113, redatto dall’operatore, la mattina del 25 settembre fu corretto nello spazio in cui venivano riportati i dati dell’intervento eseguito dai quattro agenti delle due pattuglie accusati dell’eccesso colposo che ha causato la morte del ragazzo. Ma non solo. Anche il ritardo nell’invio di tamponi e reperti ematici prelevati il giorno della morte e tenuti in frigorifero per mesi. Atti trattenuti, inspiegabilmente. Una catena di responsabilità, presunte, che ha portato ad evidenziare negli atti dei poliziotti, non ancora chiari, ciò che può essere visto come ritardi, presunte omissioni, o ancora mancate trasmissioni di atti. Stranezze che da tempo legali e famiglia Aldrovandi avevano segnalato, sulle quali potrà fare luce l’inchiesta bis e alla luce degli interrogatori potrà anche sancire, in ipotesi, che da parte dei tre indagati non siano stati commessi illeciti. Soprattutto il pm Proto dovrà capire, come chiede la famiglia, se questi atti furono compiuti per depistare o rallentare le indagini o si trattò di pasticci burocratrici - discutibilissmi ma senza rilievo penale - commessi nella gestione approssimativa dei primi momenti dell’indagine.
Daniele Predieri
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7 commenti:
TUTTO OK.
CERTO CHE "TRE POLIZIOTTI" E' UNA OFFESA AGLI ALTRI.
IO GIA SCRIVEREI "EX POLIZOTTI"
Sì, certo: pasticci e pasticcini... presi col tè delle cinque... DI MATTINA?!?
Sandro
Scusate ma i commenti delle 14.03 e delle 14.11 NON li ho eliminati io.
Io non lo faccio mai (quasi mai, vero cannigo?)...
E' una peculiarità dei gegni (o genii, geni è il plurale di gene, lo dico perchè vengo corretto sempre sulle cose giuste;-) quella di venire fraintesi.
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