"L'errore fondamentale degli anarchici avversari dell'organizzazione è il credere che non sia possibile organizzazione senza autorità." (Errico Malatesta)
lunedì 19 maggio 2008
sodomie in 35mm
"Gomorra" di Matteo Garrone (film) non c'entra nulla con "Gomorra" di Roberto Saviano (libro).
Sarà pure un film ben confezionato, ma è più vicino ai poliziotteschi degli anni '70 con Mario Merli, o a un film di Hong-Kong, a un fumetto, che alla natura di reportage giornalistico-documentaristico che era il libro.
Non è una banale questione di "delusione del fantasma" (vedi Christian Metz), ciò di cui parlo; perché "Gomorra" il libro non è un romanzo, ma carne e sangue e analisi lucida e intelligente dei meccanismi nascosti di un "sistema" che lega le sfilate di moda alle fabbriche-lager di cinesi. Invece il film è (inevitabilmente?) solo la pelle (abbronzata agli UVA), la superficie (cromata delle pistole, luccicante dei vestiti kitsch, scura dei "bassi" di cemento armato e sporca dei sottoscala), l'impressione (l'immagine impressionistica) di qualcosa che non sa come raccontare, e che rinuncia a raccontare.
Ecco, il peccato originale di questa operazione è un'adesione acritica al tema della narrazione. Tant'è che il film è piaciuto molto a Scampia, dov'è stato proiettato tra il pubblico-comparsa-fantasma letterario (altro che Grande Fratello televisivo).
Ed è piaciuto pure a Sandro Bondi. Comincerei a preoccuparmene, se fossi tra gli autori...
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3 commenti:
Io devo ancora leggere il libro!
Ma penso che potevamo immaginarci una cosa del genere siamo in Italia no?
Ciao :-)
Sei a Cannes allora? o forse sto sbagliando non so.
Sono stanchissima avrei bisogno di uno stop, vedremo quando.
Ciao
Stefania
@stefania:
No, sono a Roma, dove ho visto il film.
Sul quale ho un pò rivisto il mio giudizio: nel post criticavo quel che NON c'è nel film di quello che c'era nel libro, ma a ben guardare quel che C'E' nel film del film non è poi tanto male...
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