"L'errore fondamentale degli anarchici avversari dell'organizzazione è il credere che non sia possibile organizzazione senza autorità." (Errico Malatesta)
martedì 25 settembre 2007
la rettifica
Devo precisare qui ora subito il senso di un vecchio post per il quale sono stato redarguito, a mio parere ingiustamente. Non lo posso cancellare, e sarebbe una sciocchezza farlo ora: chi mastica un minimo di Internet, sa che da qualche parte, ormai, quella cosa lì è stata comunque stampata, salvata, letta, memorizzata...
Cerco solo, come sempre qui, di dire la mia, di mettere nero su bianco le mie opinioni, i miei sentimenti, i miei sfoghi più o meno umorali - ammettendo gli sbagli e cercando di chiarire i possibili malintesi.
Nel post di lunedì 3 settembre storie incredibili avevo scritto una frase che può essere, e lo è stata, letta in malo modo, come se fosse stata scritta con un intenzione che non avevo, per "attaccare" qualcuno o qualcosa per cui lavoro con passione e orgoglio.
L'antefatto: quel lunedì mattina ricevo, a poche decine di minuti l'una dall'altra, due telefonate:
- la prima è di mia madre, e ne riporto una parte nel post stesso;
- un'altra dagli uffici del personale Rai, in cui mi si comunica che è quasi pronto il contratto da firmare per la nuova stagione di "Chi l'ha visto?" e che tale contratto, quest'anno, prevede una diminuzione della retribuzione del 5% in base ad una circolare interna (di cui non ho mai avuto copia né visione).
Sono due aneddoti spiacevoli, che però hanno un legame unicamente di casuale contemporaneità.
Riporto la frase-chiave:
Ma come: a me quest'anno propongono unilateralmente di abbassarmi il compenso del 5% secco e poi producono questo? perché? PERCHE'?
Ho scritto quel post come personale sfogo, per raccontare le storie(lle) incredibili che mi erano capitate quel giorno, così senza pensarci su troppo. Il tono, e la sede, davano a quel testo il senso di un "capitano tutte a me!": ogni sfogo è lo sbuffare di un attimo, non risentimento che dura nel tempo.
Quel giorno, la mia passione e il mio orgoglio mi sono suonati un pò stonati (non era la prima volta, ma non ci si deve abituare: anche il personaggio di Al Pacino, alla fine di "The Insider", preferisce abbandonare - evidentemente lui se lo poteva permettere)...
Mi sentivo un pò come tenuto all'oscuro di informazioni sul programma per cui lavoro, e anche su trattative intorno al mio contratto di lavoro che non prevedevano il mio coinvolgimento. Ma senza aver mai voluto collegare le due cose direttamente e senza aver mai pensato che certe cose accadano per la volontà di qualcuno in particolare. Però accadono.
Accade che in un periodo di "vacanza" (o di disoccupazione estiva), chi aspetta un contratto che lo ricompensi un pò della passione e dell'orgoglio (sì, anche in denaro) da parte dell'azienda a cui bene o male sta dedicando la sua vita (professionale e anche non), si senta annunciare una diminuzione (poca cosa, certo) di stipendio decisa altrove. E che non abbia nessuno, dico nessuno, con cui potersi confrontare: e quando uno ha un blog, gli capita pure di consegnare a queste pagine senza carta anche certi pensieri che non ha occasione di far diventare serena contrattazione lavorativa, costruttivo dibattito con i colleghi, azione comune sindacale o chiacchiera davanti a una birra con un amico...
Accade anche che, lavorando con un gruppo (numeroso) di persone, per un "marchio", per un programma televisivo sempre più autorevole e incisivo, chi non vede l'ora di tornare al lavoro - magari per presentare proposte di storie difficili come quella di Federico Aldrovandi (morto due anni fa oggi), di Mauro Rostagno o dei fatti di Piazza Alimonda, che magari nove volte su dieci non si possono raccontare (anche se poi Minoli, Lucarelli o altri lo fanno tranquillamente secondo il loro stile: perché?)- resta amareggiato quando viene a sapere dalla propria madre che quel "marchio", e evidentemente qualcuna e non tutte le persone di quel gruppo (di cui crede in qualche modo di far parte) produce una cosa come "Chi l'ha visto?"-Storie incredibili.
Non intendevo parlare di produzione in termini (cine)televisivi, nel senso di "costi di produzione", di budget: ho saputo, solo stasera vedi caso, che Storie incredibili è prodotto a costo zero. Ne prendo atto, ma non era questo l'argomento di quelle due righette. Intendevo "produrre", fare, nel senso di realizzare (qualcuno avrà scritto, montato, messo in onda quei filmati)...
Tutto qui: sono capitate due cose contemporaneamente che mi hanno fatto sentire un pò solo, senza interlocutori. Non è una bella esperienza. Come non è bello che si legga in quello che non è scritto ciò che si vuole attribuire a chi scrive perché si teme sia un nemico personale o un qualche tipo di avversario. Perché?
Ma cazzo, io sono solo uno che a 37 anni, venendo da una famiglia anonima della Svizzera Italiana che lavora da una vita e non si è nemmeno potuta permettere di comprare una casa, senza tessere di partito né tesserini, senza aver scambiato favori sessuali per lavorare in Rai, sta qui a fare un lavoro che a volte corrode l'anima, a volte gonfia il cuore, a volte fa piegare dal ridere, alcune fa incazzare e molte fa crescere. E sempre fa andare a testa alta.
No, non proprio sempre: vorrei essere romantico, ma non è così. Vorrei poter andare sempre a testa alta, vorrei sentire passione e orgoglio in ogni momento della mia vita lavorativa e non. Ma non è così. Perché?
Io devo moltissimo a chi mi permette di fare quello che faccio, sono fiero di saper fare quello che faccio nel modo in cui lo faccio, sono grato a chi ogni giorno mi insegna cose nuove per farlo meglio. Ma se ogni tanto c'è qualcosa di storto, avrò almeno il diritto di sfogarmi su un blog, che poi non legge nessuno, dài...
P.S. Per chi magari ha letto fin qui senza capirci molto: se hai tra i 25 e i 45 anni; se non hai un contratto a tempo indeterminato per un lavoro che ti ripaghi, in denaro e soddisfazioni, dei tuoi sforzi e della tua passione; se non hai figli o una casa perché non hai un vero futuro perché non te lo puoi permettere; se ti capita di sentirti solo, senza qualcuno con cui confrontarti su argomenti che dovrebbero interessare i tuoi interlocutori quanto te... forse un pò ci puoi capire lo stesso.
Per chi invece ha letto fin qui sapendo di cosa stiamo parlando, continuo volentieri la chiacchierata a quattro, o più volentieri a quaranta occhi. Magari davanti a una birra, che a furia di scrivere mi si secca la lingua e mi sudano i polpastrelli!
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6 commenti:
Se i precari fossero pagati per quel che valgono tu sbancheresti la rai. Spero che la tv di stato ti faccia un mega contratto a tempo indeterminato. Lo meriti davvero. ciao
Il 5% in meno è un termine a cui manca un riferimento per poter piangere con te, caro Hulk...quant'è il tuo stipendio? quante ore al giorno lavori? per quanti giorni?...ehm..quanto sudi? lo so, questo potrebbe essere visto come qualunquismo ma in realtà è una partecipazione al lamento di un giovane che ulula alla luna il suo dolore...allora, cortesemente, completa le caseline con i dati mancanti, ovvero fai un calcolo annuo e spiega nel dettaglio quanto sono stati valutati i tuoi sacrifici, o figlio di anonima famiglia svizzera (...ci fosse de Amicis scriverebbe un altro libro Cuore, o buon Garrone...)e poi tutti noi potremo vedere l'entità, ahimè materiale, del tuo dolore.
Col fazzoletto in mano e le lacrime sulle gote...
Giuseppe Bottazzi
Caro Bottazzi,
il punto non era il "quanto" (tanto o poco è sempre il 5%: se prendevo 1000€ al mese adesso ne prendo 950€, se ne prendevo 2000€, ora sono 1900€...), ma il "come" certe decisioni vengono comunicate.
Ma evidentemente continua a diffondersi la leggenda che in televisione son tutti miliardari: sono ticinese, sì, ma non mi chiamo Michelle Hunziker! ;o)
E' vero, anche i deputati hanno visto decurtato (addirittura del 10%...!) il loro salario, ma come per loro ho pianto vorrei piangere con te avendo dei dati alla mano...le decisioni unilaterali riguardano anche l'aumento del prezzo della benzina, del pane e del latte... e sono tanti a piangere, ma alcuni con un occhio solo... coraggio, elenca i tuoi numeri, è per una questione di chiarezza...
Giuseppe Bottazzi
Guarda, caro Peppone piemontese, per me lo farei tranquillamente. Ma nel mio contratto c'è scritto che non posso. Ci son scritte un bel pò di cosette curiose, ma sono tenuto a non divulgarle, pena la risoluzione dello stesso.
Se vuoi, ci vediamo a Costanzana e ti ci faccio dare una sbirciatina, in privato! ;o)
Oppure quando torni a collegarti dall'IP del tuo ufficio, alla Rai di Torino, puoi chiedere direttamente a qualche tuo collega...ovviamente nel rispetto della privacy, vero?!
Comunque la tua provocazione non funziona: io non parlavo di aumento dei prezzi, ma di un contratto di lavoro, che dal nome dovrebbe essere frutto di una contrattazione (individuale o nazionale).
E, se le parole avessero ancora il loro significato e non fossimo finiti da tempo direttamente nelle pagine di "1984", libero professionista e lavoratore autonomo dovrebbero significare che sei libero e autonomo nel decidere come "vendere" le tue prestazioni professionali... ma questo, come dicevo nella conclusione del discorso, non riguarda solo il sottoscritto.
Nel tuo contratto c'è scritto che non puoi rivelare quanto guadagni?! questa è una battaglia che devi condurre perchè è una violazione dei tuoi diritti costituzionali...o una balla! tu devi fare una dichiarazione dei redditi, detrarre IVA et similia e, nessuno, dico nessuno, può obligarti a non "rivelare" quanto guadagni...ma so che lo sai...e poi un combattivo come te non si dovrebbe fermare di fronte a questi ostacoli, acorchè imaginari. Mi hai deluso ma piango lo stesso, per te.
Peppone
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