mercoledì 25 ottobre 2006

nuovorespiro


Premessa: butto giù di getto (d'un fiato, in un solo espiro) un pò di "appunti per una (im)possibile recensione", questa volta senza link e ricerche in Rete: giuro che non ho letto recensioni prima (non lo faccio mai) né dopo aver visto il film... se qualcuna delle cose di cui parlo qui sotto vi incuriosisce, fate un copiaincolla in Google e cercatevela da voi! ;-)


Ho visto finalmente l'ultimo film di Emanuele Crialese, autore del geniale "Respiro" (2002).
"Nuovomondo" è un film bellissimo, che compone col precedente una specie di distico speculare.

Se non avete visto il film, anzi entrambi i film, è difficile riuscire a cogliere certi riferimenti.
D'altronde certe impressioni possono essere solamente mie, e dunque anche avendo visto i film, possono essere lontanissime dalle vostre: magari è tutta una pippa, lo so, ma intanto questo sognodicinema è mio, e mi viene come viene.
Ovviamente devo avvertire che nelle righe qui sotto svelerò alcune parti importanti della trama (che però non è la parte più importante)...

I primi venti minuti mi hanno ricordato un capolavoro: "Banditi a Orgosolo" di Vittorio De Seta (1961), forse uno dei primi "docudrama" italiani di un maestro del documentario, girato con attori non-professionisti e che raccontava una storia di pastori della Barbagia...tanto di cappello a Crialese che riesce (francamente meglio che un altro bravo giovane regista italiano con formazione documentaristica come Daniele Vicari in "L'orizzonte degli eventi") a rendere credibilmente un'atmosfera di vita dura come quella di una famiglia di pastori siciliani della seconda metà dell'Ottocento: piedi scalzi e pietre in bocca, sole che spacca e poche parole. Una preghiera di sangue e sudore come è da sempre per gli emigranti.
E poi il sogno su cartoline virate seppia di un America con alberi di monete d'oro e fiumi di latte, una terra dell'abbondanza con olive e carote gigantesche, quasi felliniane. Perché se devi mollare il tuo mondo, tanto vale sognarne uno davvero ricco.
E l'incontro con un porto, il mercato del pesce, con bestie di un altromondo fino a quel giorno sconosciuto, le scarpe messe solo dove c'è la strada per non consumarle: la fuga da un piccolo mondo antico fogazzaro che, quando parti, non puoi fare a meno di vergognarti.
E poi lei, scelta strana e fascino altero: Charlotte Gainsbourg, grandissima attrice prima che figliadi. Per lei avevo già un debole. E per lei che con quei capelli rossi rappresenta il perturbante, l'attrazione e il timore di un mondoirraggiungibile, tutta la famiglia si trasforma (positivamente, quindi con risultati opposti ma attraverso un meccanismo di influenze simile a quello del Terence Stamp nel "Teorema" di Pasolini). In lei si riconosce la bellezza e l'artificio, i suoni stranieri di un'eleganza e un comportamento che è naturale ma di una natura diversa, il bello relativo, quella della moda che aveva già i suoi estimatori (o fashion victims) come Baudelaire... e lei che porta quei capelli raccolti così mi ha suscitato fortissimo un altro richiamo: i capelli della "Arlesienne" di Van Gogh.
Poi parte il bastimento, e la nave va... e tutto diventa ombra, chiusura, spazi angusti e bui. E con quei capannelli umani mi tornano in mente "I mangiatori di patate" del primo Van Gogh. Se Respiro era la superficie al sole di una trasformazione interiore di un individuo (ma la donna interpretata da Valeria Golino passa del tempo in una caverna - forse platonica), Nuovomondo è l'interno perforza buio di una trasformazione sociale, dunque esteriore e comune.
C'è spazio qua e là per il sogno del fiume di latte e per quel galleggiante carotone felliniano a cui aggrapparsi con lei, immagine presente del futuro paradiso: e c'è una nebbia anch'essa felliniana, e canti improvvisi e non improvvisati. C'è forse un omaggio conflittuale con il grande cinema popolare (il musical, il film leaniano di massa, Titanic), con quell'America a cui abbiamo regalato i sogni della nostra civiltà perché ne facesse celluloide.
Ma poi c'è l'urto con la realtà di Ellis Island, con la Lampedusa newyorchese più simile a quella siciliana di oggi di quanto non fosse quella di Respiro: migranti di diversissima provenienza mescolati, ammucchiati, messi in fila e timbrati come animali, selezione della razza e dell'intelligenza obbediente, scarto di chi non serve al sogno americano che è sogno di un'America über alles grazie all'unica razza superiore possibile: quella ottenibile mescolandole tutte.
Se Respiro è l'auto-esclusione di una donna per la salvezza di una comunità, questo è la trasformazione di una famiglia per la realizzazione di una normalità da clinica milanese, questo è l'esclusione del muto da un sogno gridato in faccia all'ignoranza e alla "debolezza mentale".
In un dramma collettivo narrato con l'occhio ontologico del documentario e con una fantasia cinematografica da terzomillennio anche citazionista, Crialese ottiene il miracolo: non quello di far parlare i muti, ma di far tacere per un attimo il nuovomondo per permetterci di ascoltare degli esseri umani che costruiscono, trasformandone l'assetto, una nuovafamiglia.
E dunque il finale, speculare a quello di Respiro dove dal basso, dal fondale del mare siciliano si vedevano mulinare le gambe di una comunità unita e rinnovata grazie al temporaneo sacrificio di una donna: dall'alto, con la macchina da presa a picco, sul fiume di latte americano dove si vedono avanzare con calme bracciate sulla superficie, i membri di una nuova comunità, nata dal sacrificio di una donna. Che come la protagonista di Respiro sceglie alla fine di tornare a vivere nel suo vecchiomondo, che attraverso di lei è cambiato per sempre. Perché quell'America, oggi, siamo noi.
Che non abbiamo più nonne.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimenti, mentre leggevo immaginavo luoghi, silenzi e movimenti. Anche il vento. 'Respiro' è straordinario,è uno dei miei film preferiti, e credo che ora guarderò anche questo. In realtà volevo già farlo, ma me ne ero completamente dimenticato e non so neanche come. L'attrice è fantastica, hai ragione. E tutto quello che circonda il suo profilo, sembra misterioso ed etereo.