"L'errore fondamentale degli anarchici avversari dell'organizzazione è il credere che non sia possibile organizzazione senza autorità." (Errico Malatesta)
mercoledì 25 ottobre 2006
de rebus aldrii
Ho appena visto la trasmissione "Rebus" di OdeonTV sul caso Aldrovandi: il video, diviso in quattro parti, si può vedere direttamente anche cliccando qui per la prima parte, qui per la seconda, qui per la terza e qui per la quarta.
Devo esprimere qui una serie di perplessità, ma prima sottolineo il rispetto delle scelte della famiglia che fa di tutto per ottenere pubblicità per la vicenda e verità sulla morte del figlio: in questo caso, sicuramente il primo scopo, un pò, sarà stato di certo ottenuto. Quindi ne è comunque valsa la pena.
Il conduttore, Maurizio Decollanz (nella telefoto), dal chiaro accento lombardo e dal baffetto da sparviero, con piglio risoluto tra Lucarelli e Poirot, in circa un'ora e mezza presenta una ricostruzione di quella ultima notte della vita di Federico. Quelle in corsivo sono le mie istintive reazioni e i miei commenti.
Parte male: dice che Federico saluta gli amici "a pochi metri da casa". Invece ricordo, come già l'allora questore Graziano al sottoscritto specificò, che Federico fu lasciato a ben 2,3 chilometri da casa! (Questa è una battuta, sia detto per i meno attenti)...
Parte benissimo invece con LA domanda alla quale dovremo riuscire a rispondere, alla fine di tutto: perché, per quale motivo Federico è stato "selvaggiamente picchiato"? E soprattutto, promette chiudendo la prima parte della trasmissione, "cercheremo di mettere in evidenza le incongruenze che sono emerse fin da subito" sulla morte di Federico.
Già in questa prima parte il racconto per immagini, la ricostruzione filmata "dei fatti", è affidata ad uno spezzone di uno dei tanti (e un pò verbosi) video di Paolo Bertazza: nessuna novità, per chi li ha visti in Rete, ma soprattutto nulla di nuovo che riguardi i fatti stessi (per fortuna Quicktime Player ha il suo "jog shuttle"!). Nell'intera ora e mezza amplissimo spazio verrà riempito col minutaggio di tali homevideo (e vabbè che OdeonTV non ha molti mezzi propri, ma almeno un lavoro di editing e di cura editoriale ce lo si poteva aspettare...).
Dopo la pubblicità viene annunciato il collegamento con "il regista", oltre che con "la mamma" e "la collega" Silvia Giatti da Ferrara. Il conduttore parla delle telefonate effettuate dal cellulare di Federico: una dozzina, in poco più di dieci minuti tra le 5.20 e le 5.30. Ed ecco lo sbalorditivo commento di Decollanz: "Il ritmo delle telefonate non lascia alcun dubbio: in quel momento ha bisogno di aiuto, di assistenza". Ah, sì? E come lo sa? Mistero, enigma, anzi: rebus...
Aldro non ha i documenti con sé: il conduttore afferma che è "probabile che stesse chiamando gli amici per affermare la sua identità". Poffarbacco!
E' sicuro: "l'incontro con i poliziotti è già avvenuto". Dunque chi è con Federico durante quei tentativi di telefonata? I poliziotti. Acciderbolina!
Finisce la seconda parte con altro materiale di Bertazza. Sono esterrefatto.
La terza parte si apre con una domanda al giovane regista: "realizzare un documento come questo non è stato facile..." un commento tecnico sulla qualità audio e video?
"...cosa ti ha spinto?": "Il bisogno di verità... ho cercato di andare a fondo..." in che senso?
Poi Bertazza parla degli insabbiamenti, dovuti a tanti, dal procuratore capo Messina addirittura all'allora ministro degli Interni... il siparietto si chiude con i complimenti del conduttore "per il coraggio" e il sorrisetto compiaciuto del ragazzo.
Edificante.
Si parla poi della terza perizia, quella condotta dai medici torinesi, e qui l'unica "notizia" di tutta la serata (per altro già nota da giorni): il rinvio della consegna della perizia al 16 novembre.
Poi Silvia Giatti chiarisce che questa perizia, in incidente probatorio, è stata chiesta dal secondo PM (Proto) che si occupa del caso dopo le dimissioni del primo titolare delle indagini, la dott.sa Guerra. Colei che, precisa il conduttore che dà l'aria di sapere più di quanto dica, non si presentò sul luogo quella famigerata mattina. E che ha addotto motivazioni personali per le sue dimissioni perché "potrebbero in qualche modo legare la sua famiglia alla vicenda"! Urca! E non dici altro?
Sciolti gli indugi, Decollanz definisce quella come una "notte della Repubblica" (citando, (in)volontariamente una storica trasmissione Rai di Sergio Zavoli), dove addirittura "la democrazia andò in tilt". Ohibò!
La quarta parte inizia con citazioni dal famoso commento di "Simone" sul blog e dalla famosa prima telefonata al 112. E qui si commette quella che più che una leggerezza risulta essere un vero e proprio errore; che fa venire, ahimè, anche un dubbio di onestà intellettuale.
Decollanz cita la telefonata e chiede a Bertazza di ripetere le parole pronunciate da Federico (secondo la telefonata citata, ma non fu la signora a riferire le parole di Federico!): le imprecazioni contro lo stato e/o contro la polizia che varie testimonianze citano (con beneficio d'inventario) e che però il conduttore liquida con una excusatio - sono parole "che direbbe chiunque stesse subendo un torto". Sono d'accordo, ma il modo in cui si arriva a tale affermazione, è fallace. Tanto per condire l'inciampo con la fantasia si ripete l'ipotesi che Federico avrebbe usato il cellulare per cercare di identificarsi di fronte ai poliziotti!
E' il passaggio che più di tutti mi fa arricciare il naso. Ma purtroppo non è l'unico. E lo devo dire.
Poco dopo, parlando dei due "francobolli" di chetamina (?), si dice che Federico "pensa di aver assunto della droga e teme che i suoi genitori non approverebbero": non è che lo pensa, lo ha fatto, comunque. Questo non giustifica nulla, ma non serve giustificare quel suo gesto in modo così superficiale. Ripeto: l'assunzione di sostanze non spiega né il comportamento né la morte di Federico, ma non si può negare che sia avvenuta, con una scelta consapevole da parte del ragazzo.
Parlando di nuovo della donna che per prima chiama il 112, si afferma che ella "non vede, sente solamente: dunque non sa se Federico è solo". E' un'affermazione che non ho elementi per sottoscrivere né per smentire, ora. Ma ne dubito, non so bene perché... Magari potessi farmelo dire da lei, quello che vede e sente in quei "primi" minuti...
Per Decollanz quello che accade è "un diverbio", che poi "sale di tono", vola "qualche spintone, qualche schiaffo". Ma sono agenti di Polizia!
Sono due, il conduttore ne è certo oltre ogni dubbio (e come fa ad esserlo?): indietreggiano e chiamano rinforzi. Così, quando Federico avanza, si trova davanti due pattuglie, quattro poliziotti. Sì, ma non è vero come si dice che quella è "una strada senza uscita", "a senso unico": per le auto, ma uno a piedi può benissimo andarsene nell'altra direzione, diobono!
Da questo momento entra in ballo la testimonianza di Anne Marie, come sappiamo. E giustamente il conduttore può parlare di Federico "selvaggiamente picchiato" perché c'è quella signora camerunense che l'ha testimoniato in aula e ci sono le foto dell'autopsia. Le botte sono ormai fuori controllo, sono bestiali. Ora, senza dubbio, sì. Tant'è che portano, di lì a poco, alla morte di Federico. Su questo possiamo essere d'accordo.
La conclusione è un altro siparietto Decollanz-Bertazza.
Decollanz: "A questo punto ritengo scontato un processo..."
e qui, scusate, ma io mi tocco
"... tu, Paolo, ci sarai?"
Bertazza: "Ci sarò sempre, questo è più che una promessa..."
una minaccia?
Alla fine di questi quasi novanta minuti in cui si azzarda con coraggio una ricostruzione di quell'ultima ora di vita di un diciottenne morto in seguito all'intervento sbagliato di quattro poliziotti, sono un pò amareggiato: per questo scrivo queste righe, di cui magari mi pentirò. Ma le scrivo perché non mi piace tutto quello che ho visto, e dunque questo modo di costruire una verità.
Dopodiche, il 16 novembre, e sempre, con i miei mezzi, col mio mestiere, ci sarò anch'io. E seguirò questa storia "fino in fondo", che ci sia un processo o un'archiviazione. Perché "non c'è giustizia senza verità", come chiude il conduttore di "Rebus": e la verità, come si fa nei tribunali dei film americani, bisogna dirla "tutta" e dire "nient'altro che la verità". Quella dei fatti che si possono realmente ricostruire.
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26 commenti:
ciao dean!
mi son sempre chiesta perche' ci andava incontro ai poliziotti e non dall'altro lato
quando il conduttore aveva detto che
"poteva andare solo in un verso perche' era una strada chiusa"
mi sembrava una rivelzione importantissima mai detta,
omessa....
invece da quel che dici non era cosi'.....
io mi aspettavo molto di + da quel programma...
son rimasta delusa....
BASARSI SUI FATTI COME HAI DETTO TU SAREBBE STATO MEGLIO...
MA A TELECAMERE SPENTE NESSUNO DEI RESIDENTI HA VOLUTO PARLAR CON TE???
Ciao Dean, sono Giorgio: ho cercato di registrarmi, ma mi si dice che il nome utente Giemmolette non è disponibile: che significa?
Il tuo sembra un post di aspra critica: alla concorrenza in generale lo posso capire, anch'io mi aspettavo di più, di meglio e di più preciso, accurato.
Quello che non emerge con assoluta certezza è che tu stai dalla parte di Fede e degli Aldro: il risultato è il commento di Sandro delle h. 08:13 di stamane che è fin troppo equilibrato.
Tu che conosci che razza di provocatori frequentino il blog di Aldro puoi facilmente immaginare il putiferio che potrebbe scatenarsi.
Contributo, in astratto, del tutto positivo, perché la critica è costruttiva.
Giorgio.
Siete pregati di fare commenti non anonimi, di scriverli pubblicamente qui senza preoccupazioni di suscitare eventuali sciacallaggi (di cui mi saprò occupare personalmente) o di esprimere posizioni anche radicalmente diverse dalla mia.
Il post riguarda una specifica trasmissione televisiva, peraltro meritevole per cose a cui comunque accenno all'inizio del testo; non è assolutamente un voltafaccia o voltagabbana come mi viene privatamente rinfacciato: io continuo a rispettare la famiglia (ma non c'è bisogno di dirlo qui, lo sanno personalmente) e ad occuparmi come e quanto posso del "caso" non solo per scelta professionale.
Blogspot.com è del gruppo Google, e la procedura di identificazione/registrazione è per chi ha un suo blog o un indirizzo e-mail con loro... scegliete pure "Anonimo" ma per cortesia firmate nel testo del commento.
Se volete scrivermi in privato, usate l'e-mail: risponderò comunque sul blog, pubblicamente (togliendo il vostro nome, se preferite).
Concludo per ora ricordando che nessuna verità è una provocazione...
a me i video di bertazza piacciono, secondo me il tuo giudizio sulla trasmissione invece potrebbe pure essere troppo positivo, in ogni caso ben vengano queste iniziative
nicola
Ciao Dean,
concordo appieno quanto hai
scritto. Ho trovato la trasmissione priva di contenuti, un
collage dei filmati di Bertazza poco edificante, nulla di nuovo, nulla di
buono nulla di costruttivo. La ricostruzione del conduttore si basa su
cosa? Ha degli elementi oggettivi? Come fa a dire "questa versione non ha
riscontri ma è l'unica che fa collimare tutti gli eventi?" lo trovo assurdo
e presuntuoso visto che non fornisce al suo discorso alcuna fondamenta e neppure altre ipotesi. Lui ha deciso com'è andata e fa coincidere tutti gli eventi con la sua versione. Ok
far conoscere gli eventi, ma in che maniera? Insomma non ho gradito non so
d'altro canto dirti che idea una persona non a conoscenza dei fatti possa
essersi fatta anche perchè mancavano tanti particolari. Non metto comunque in discussione le finalità di questo tuo intervento, la tua vicinanza alla famiglia Aldrovandi. E ti stimo per la tua determinazione e professionalità.
Susy
Dean,
ho avuto la stessa tua impressione giusto che se ne parli di Federico ma sarebbe stato piu' corretto riportare solo i fatti e non ipotizzare.
ciao Debora
Ciao Dean,
qui non si tratta di stare da una parte o dall'altra (come dice Giorgio sopra) ma di fare giornalismo e tu hai dimostrato di essere un Giornalista (la G maiuscola non è casuale).
Perchè non capire che poche bugie possono distruggere una fortezza fatta da mille verità?
Ciao Dean, è la prima volta che intervengo qua, anche se da molto tempo seguo sia il tuo blog che quello degli Aldro. Credo che oramai quello che si "poteva" sapere sul caso lo si sa. Qualsiasi trasmissione televisiva o articolo su giornale dovrebbero servire solo a spronare eventuali nuovi testimoni. La prima signora che ha chiamato la polizia? Questa sente schiamazzi e non va a vedere cosa sta accadendo? bah! Ancora non si riesce a comprendere:"a questi primi schiamazzi era già presente una pattuglia? o chi altro oltre a Federico?" Le uniche novità potrebbero venire da chi esternamente ha visto o sentito, ma i testimoni o non ci sono veramente o se ne stanno zitti zitti forse intimoriti. Qualcuno o qualcosa dovrebbe dare a questi testimoni una scossa tale da svegliarli dal loro torpore, ma se non è accaduto finora ...credo che difficilmente accadrà. La coraggiosa deposizione di AnneMarie chiarisce in parte il tragico finale, adesso c'è da chiarire il prima.
Ciao.
(anch'io mi accorgo di non dire niente che non sia già stato detto
Ciao Dean,
sono Maurizio Decollanz. Esatto, quello di Rebus.
Ho letto attentamente la tua recensione della puntata dedicata al caso Aldrovandi e così ti scrivo.
Innanzitutto grazie per aver guardato il programma.
Devo dire che condivido molte delle tue critiche: si poteva fare di più e meglio. Molto meglio.
Questo "molto meglio" non lo ha fatto la Rai, non lo ha fatto Mediaset, non lo hanno fatto i quotidiani locali e nazionali.
Rebus stava dedicando un mini ciclo di puntate alla "notte della repubblica" (esatto, la citazione riguarda Sergio Zavoli) e in piena corsa mi sono imbattutto in questo caso. Non ci ho dormito due notti.
Più cercavo di documentarvi, più mi rendevo conto che si trattava di un caso perfettamente in linea con i complotti del caso Moro, con le reticenze delle stragi di Bologna e Ustica, con la mancanza di chiarezza che ancora oggi impera sugli attentati terroristici dell'11 settembre 2001.
In una settimana ho scavato quanto più potevo (da Milano e non sul luogo), chiedendo informazioni per telefono, cercando di capire perchè?
Perchè un ragazzo deve morire così? Perchè appaioni evidenti i tentativi di minimizzare senza approfondire?
La faccio breve: ho pensato che se quel tesserino con su scritto "Ordine dei giornalisti" deve servire a qualcosa, allora in pochi giorni dovevo dedicare una puntata di Rebus al caso Aldrovandi.
Anche se con alcune imprecisione, quello che ho fatto ha raggiunto lo scopo: centinaia di migliaia di persone in più ora conoscono il caso e vorranno sapere di più.
Vorranno la verità. Qualunque essa sia.
Ancora grazie.
cordialmente
Maurizio Decollanz
Caro Dean
penso che tu abbia ragione. Ma credo che anche Maurizio Decollanz ce l'abbia.
La trasmissione "Rebus" sara' stata vista da tante altre persone che leggono poco i giornali o che non hanno internet e non vanno sul blog della mamma di Federico.
Pertanto il servizio reso da questa trasmissione e' valido a prescindere dai contenuti e dalle opinioni del presentatore.
Piu' se ne parla e meglio e'...sempre secondo me eh?
Ciao e buon lavoro.
Patrizia
Caro Dean, sono Paolo Bertazza: il ragazzo che minaccia -come hai detto tu- di continuare a lavorare autoproducendo video sull'assassinio di Federico. E che fa i siparietti con Maurizio Decollanz compiacendosi ecc... ecc.. Mi ferisce questa cosa, dal momento che per me produrre questi video (5: uno ogni due mesi) è stato un lavoro enorme e che ho svolto spesso senza avere i mezzi -ma anche l'esperienza- adeguati. Mi sono mosso per aiutare Patrizia e Lino, condividendo innanzitutto con loro ogni lotta, attesa, riflessione, dolore. Mi è costato tantissimo, ci ho perso le notti e il lavoro. Capisci cosa significa per me sentirti dire certe cose? Se quello che cerchiamo è la verità (per Federico, per la famiglia, e per tutti noi) e in questa ricerca qualcuno sbaglia o si spinge oltre con imprecisioni (che anch'io ho notato chiaramente, ma non mi era di fatto possibile intervenire in trasmissione!!!) o ipotesi poco verificabili e verificate (CHE NON APPARTENGONO AI MIEI VIDEO), mi senbra ingiusto mettere in discussione la buona fede delle persone! Dean, forse in campo "professionale" è importante mortificare gli altri per far valere il proprio lavoro. Io non sono abituato a queste cose, mi limito a dirti che è più importante essere buoni che aver ragione. O sbaglio? Non ho visto cattiva fede in nessuno, in questa vicenda. Posso capire la contrarietà per le imprecisioni del programma, che condivido. Ma da lì a tutto il resto... Pensi che sarebbe stato meglio se non li avessi fatti, quei 5 video? O pensi che se molte più persone lavorassero per informarsi e informare ANCHE al di fuori della RAI e di Mediaset, la nostra società sarebbe meno omertosa e più sana?!?
Umanamente parlando: perchè mortificarmi pubblicamente e gratuitamente dopo che -incontrandoci- ti avevo chiesto personalmente un parere sul mio lavoro e non mi hai mai detto nulla?
Ansioso di sapere la tua, non mi fermerò di certo di fronte a queste cose, sperando che tu possa sentirti incoraggiato e non minacciato da questa mia strana volontà.
Paolo Bertazza - Feedback Video.
Caro "collega",
rileggendo bene la tua recensione di Rebus sul caso Aldrovandi, mi rendo conto di non condividerla affatto.
Mi rendo conto che i toni non sono quelli di chi rispetta il lavoro degli altri. Mi rendo contro che le tue critiche sono per la maggior parte fini a loro stesse. Niente di costruttivo, nessun valore aggiunto rispetto alla chiarezza dei fatti.
Inoltre, visto il tono da saccente, mi piacerebbe sapere cosa hai scritto o prodotto sul caso Adrovandi. Vorrei capire come mai ti permetti tanto zelo nel giudicare il lavoro degli altri.
Vorrei anche io valutare il tuo lavoro se possibile e se saprai indicarmelo. Senza dimenticare lo stile e la deontologia però.
Inoltre, la foto che pubblichi del programma non mi piace affatto. Mi sembra scelta a posta per essere offensiva (vista la smorfia). O la cambi oppure, visto che non ne hai i diritti, la togli.
"Baffetti da sparviero"?
Inizialmente avevo preso quell'espressione con simpatia. Ora mi rendo conto che era solo offensiva.
Cancellare please.
buon lavoro
m.
Peccato!Mi aveva fatto una buona impressione con quel primo commento...Consiglio al Sig.Decollanz un giretto un po' più approfondito al blog...magari da gennaio 2006 in poi (prima di parlare a sproposito)!E poi su, un po' di ironia!Siete "colleghi", avete lo stesso obbiettivo...perde tempo in una squallida polemica?
Questo è il SUO blog, Dean avrà pure il diritto di esprimere la sua opinione...o deve far contenti voi?!
Il suo programma era un'insieme di filmati già visti, nulla di nuovo...ma ben vengano iniziative del genere per far conoscere la terribile morte di Federico a chi ancora la ignorava!
A Paolo Bertazza invece vanno i miei complimenti!Non mi interessano commenti sulla qualità delle immagini...ma i filmati da te creati sono stati fatti con il cuore. E' questo quello che conta.
Dean,a te la mia stima...continua così!!!
Che succede? La pensiamo allo stesso modo! non ha senso arrabbiarsi! Noi siamo infinitamente grati a chiunque faccia qualcosa per far conoscere la tragedia di Federico. Abbiamo sperimentato che è l'unica strada verso la giustizia. Senza i riflettori che avete acceso sarebbe tutto archiviato!
Poi ciascuno si esprime come vuole e con i mezzi che ha a disposizione. Ciò che accomuna tutti è l'esigenza di verità, che, spero, avrà maggiore speranza di soluzione quanto più sarà diffusa.
Perciò un GRAZIE enorme a tutti e tre! Secondo me ciò che fate per Federico è complementare. Le vostre opere hanno un'impostazione completamente differente, avete schemi e metodi diversi, ben vengano tutti! Questa è una grande ricchezza!
Ha ragione Patrizia.
Mi perdoni.
Questa vicenda, evidentemente, suscita in me troppe emozioni.
cordialmente.
m.
mauro corradini aldrovandi
ciao dean, ciao paolo, ciao maurizio...
abbiamo bisogno di tutti voi.
aiutateci a scoprire PERCHE' è stato ammazzato Federico.
Aiutateci amandare in galera chi ha commesso l'omicidio.
aiutateci a mandare in galera chi ha fatto, chi non ha fatto.
We shall overcome!
Non replicherò ai tanti commenti (molti arrivati per e-mail: della serie "sono d'accordo con te, ma meglio non dirlo pubblicamente"), che ormai si commentano tra loro, con un post specifico per dire cose più o meno già dette da alcuni nel tentativo di farsi capire da altri.
Ritengo basti rimandare alla lettura dei numerosi miei post precedenti e ai miei filmati, per chiarire cosa so e cosa penso, del "caso Aldrovandi".
Ho visto la puntata di "Rebus" sulla strage di Bologna: lì, oltre ai video di www.stragi.it al posto di quelli di Arcoiris, al posto di Bertazza c'era Libero Mancuso, che nel finale smonta candidamente la fandonia della "pista libica" che secondo Zamberletti unirebbe Bologna a Ustica.
La differenza è tutta lì, a volerla vedere...
credo anch'io si commentino da soli, e questa è la ragione per cui molti non ti hanno scritto pubblicamente.
grazie a te e un po' meno a chi lo fa per farsi pubblicità
andrea
x dean
posso conoscere il motivo per il quale hai cancellato il mio messaggio?
no
questa volta posso sapere perchè hai cancellato il mio messaggio?
almeno un commento tecnico me lo concederai, se togli il dito dal flash al buio le foto vengono meglio e non guardare troppo gli specchi che potresti abbagliarti
Ciao Dean, non riesco a registrarmi come blogger, viste le mie scarsecapacità informatiche, perciò sono costretta ad usare l'anonimo.
Concordo con MAuro quando dice che il lavoro di voi tutti giornalisti è importante importantissimo, per rendere pubblica la storia di Federico. Detto questo, penso che tu abbia pagato in prima persona la scelta di "schierarti" e di denunciare i mille e mille abusi perpetrati in questa storia...Maddalena
un grande politico diceva...on bene o in male,l'importante e' che se ne parli...la nostra mezza vittoria l'abbiamo gia avuta,il nostro scopo era di far conoscere a piu persone possibili(ed ormai siamo migliaia e migliaia)la storia di Federico...l'altro passo e' un giusto processo...la trasmissione era assolutamente accettabile ed abbastanza chiara,quella chiarezza che gia conosciamo,perche' per il resto nn parlano,ma lo faranno molto presto...l'importante e' che se ne parli
MARGHERITA
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