"L'errore fondamentale degli anarchici avversari dell'organizzazione è il credere che non sia possibile organizzazione senza autorità." (Errico Malatesta)
giovedì 30 agosto 2007
La vendetta di Montezumolo
Qualcuno di voi sarà stato in vacanza in paesi caldi, in climi tropicali (beati voi) magari in Centro America: beh, se avete evitato l'uragano Dean, difficilmente sarete sfuggiti alla Vendetta di Montezuma...
E se anche questa l'avete scampata, ora siete tornati nel Belpaese della Libertà Obbligatoria ("…ma come, con tutte le libertà che avete volete anche la libertà di pensare?...").
Ecco: allora beccatevi quella facciazza del Luca Agnello (ah, sapete che in spagnolo "cordero" vuol dire "agnello", no? Discendenza naturale da camuffare: in Italia "si fa ma non si dice"...). E le sue ormai quotidiane deiezioni sui media.
Oggi gliene deve essere venuta una grossa, una letterona di quasi 8.000 battute al Corriere della Sera.
Vi invito a leggerla.
Qui di seguito, premettendo che non sono certo un economista, qualche mia osservazione su quella bella letterina.*
Le prime righe sono chiaramente una dichiarazione di guerra e di amore: amore per Veltroni e guerra a Prodi. In sostanza Montezemolo dice: "W Walter e abbasso le tasse", facciamo cadere il governo Prodi sulla Finanziaria 2008 con una campagna antitasse e che nasca un nuovo governo Democristoindustrialliberale con Veltroni primo ministro...
Dunque Montezemolo e i padroni delle industrie italiane hanno scelto la faccia di zio Valter da appiccicare sulla carcassa di Berlusconi. E nel corso della lettera manda segnali trasversali (mafiosi, verrebbe da dire) a Prodi e Berlusconi, della serie "sono anni che vi avevo avvisati"...
E quale Nuova Frontiera ha in mente come panorama a cui guardare? Certo non la "Vecchia Europa", ma quella "nuova" dell'Est. Dove molte industrie italiane delocalizzano (quelle grandi per convenienza, quelle piccole&medie per sopravvivenza) la produzione, grazie ai vantaggi del sistema che il nostro chiama "flat tax" a cui vuole ispirare il fisco italiano prossimo venturo. Ma che in italiano si traduce soprattutto in corruzione: si sa quanta deregulation sia in vigore nei paesi dell'ex-oltrecortina, e quanto sia facile aggirare le deboli leggi delle istituzioni (si chiamano "giovani democrazie" ma sono vecchissimi regimi feudali) ungendo qualche ruota con una bella mazzetta per ottenere di tirar su capannoni, aprire fabbriche qua e là, schiavizzare contadini e ex-operai di Stato con salari da fame e senza contratti o sindacalisti tra i coglioni...
Il generale dei padroncini Monty invoca poi una "tregua fiscale", una specie di indultino sulle tasse (un'altro? ah, già: quelli del passato governo Berlusconi hanno lasciato fuori Valentino Rossi & Amici) come panacea di tutti i mali; e lo fa invocando contemporaneamente la minaccia: "abbiamo pochi mesi", ovvero abbassate le tasse (solo) alle industrie nella prossima Finanziaria, sennò saranno cazzi!
Primo punto dell'elenco della spesa la patacca falsa che luccica sul petto di qualunque populista contemporaneo, le paroline magiche: "lotta all'evasione". Bene, caro Agnello, allora perché non rendi obbligatorio presentare il proprio Bilancio (o modello Unico, ex-740) per potersi iscrivere a Confindustria?; e perché non cacci dal vostro Club chi ha subito verifiche fiscali ed è risultato (parzialmente o totalmente) evasore?
Per non parlare di un'altra richiesta semplice semplice espressa poco tempo fa da Forgione, presidente dell'Antimafia nazionale: "perché Montezemolo non caccia un solo imprenditore condannato per mafia dalla sua associazione?"
La formula magica che LCdM spara come soluzione al problema sollevato è di quelle semplici, che capiscono anche gli scemi: "per ogni € che entra dalle tasse, 1€ in meno sulle prossime tasse".
Bene, ma così vuol dire lasciare servizi e infrastrutture pubbliche nello stato attuale e abbandonarle al loro inevitabile sfascio definitivo: anche uno scemo che si compra casa lo sa, che ogni tanto gli va data almeno un'imbiancata (e questa costa)...
Il secondo punto è: "dove vanno a finire le nostre tasse". Ora, intanto l'uso da persuasore occulto del termine "nostre", inteso come "non loro, non dello Stato" e non come "di tutti i cittadini italiani" è quanto mai banalmente capzioso.
Oggetto della filippica, i consulenti e i consiglieri d'amministrazione delle imprese pubbliche. Ce ne sono troppi, pagati troppo e spesso superflui. Come non essere d'accordo: in Rai il Consiglio d'Amministrazione pullula di magnapane a tradimento mentre a me la "prima industria culturale del paese" riduce i compensi del 5% secco per questa prossima stagione. Eppure verrebbe da chiedersi: chi ha spacciato per anni la fuffa dell'outsourcing, del delegare all'esterno (quindi ai privati) competenze vitali per le imprese (pubbliche e private)? Il mondo degli industriali, ovviamente! Che promuovevano l'esternelizzazione da esterni per poi lamentarsene da interni (e quanti soldi hanno preso Fiat&Co. dallo Stato?)... o dentro o fuori, sennò facciamo confusione! Se l'outsourcing è "male", allora bisogna andare nella direzione opposta: impiego pubblico qualificato (formazione e ricerca), tutelato e garantito (stipendi adeguati e contratti a tempo indeterminato) e utilizzo intelligente delle risorse interne alle imprese (pubbliche e private). Così le nostre tasse andrebbero a pagare lo stipendio di gente che sente di lavorare per un'impresa anche "sua", dunque davvero "nostra", per il bene di tutti e non a scapito del malessere sociale altrui (di chi resta "fuori" dall'esternalizzazione)...
Il terzo punto toccato dal nostro è una lamentela tipicamente italiana da padroncino post-tangentista: i cantieri e le infrastrutture che non crescono... ma come, se al primo punto avevi sparato la formuletta "per 1€ che entra, 1€ in meno di tasse", con cosa li fai crescere gli investimenti? Con la riduzione del debito pubblico? Qui ci vorrebbe davvero un economista, o qualcuno che in modo semplice spiegasse che non basta togliere da una parte (sbagliata) e dare a un'altra (ancora più sbagliata) per ottenere ciò che la prima non sa realizzare. La formuletta "meno tasse=meno spesa pubblica=più investimenti" funziona solo se quegli investimenti li gestisce chi gestisce le tasse, ovvero lo Stato, che deve sapere dove è meglio (per tutti i cittadini) e non più conveniente (per pochi industriali) investire. Altrimenti altro che "regalo ai ricchi", saremmo al cannibalismo di stato!
Seguono poi i soliti rosari: meno burocrazia (quale? come?), federalismo fiscale (e qua mi vengono i brividi pensando alla Triplice Alleanza Veltroni-Bossi-Montezumolo), amministrazione più efficiente (ovvero più snella). Ora, a parte la solita filosofia anoressica che "(Stato) magro è bello", perché non spiegare meglio cosa si intende con amministrazione più snella? E' forse quella che permetterebbe ai padroni d'industria di fare quel cazzo che gli pare (secondo l'antico slogan della Casa delle Libertà di guzzantiana memoria)?
Guarda caso subito dopo ecco il diktat per la politica (ormai dépendance dell'industria e della finanza), dello stesso tono (meno regole per chi comanda): riforma elettorale (chi vince governa "davvero" e non per finta come finora, coi governi costretti a mediare con leggi, Costituzione, opposizione, magistratura) e scelta diretta dei candidati (senza passare dai partiti, ormai superflui nella Vallettopoli dove candidati alla Camera e nominati del Grande Fratello si mischiano nel calderone televisivo dunque mentale degli italiani)...
In conclusione, i totem del Merito e della Concorrenza, già sconfitti dalla Storia, riesumati senza pudore: bisogna "smontare i monopoli pubblici (locali)". Per esempio si potrebbe privatizzare l'acqua come si fa in certe zone della Sicilia dove è gestita direttamente dalla mafia? La formuletta "più concorrenza=servizi meno cari" è una balla che non regge più da vent'anni (dalle privatizzazioni dell'epoca Prodi-IRI) nella repubblica dei monopoli privati (Telecom, gruppo Fiat, Fininvest, Barilla & co.), ma questo signore la tira fuori come una novità. Ci vorrebbe una di quelle belle vecchie prime pagine di Cuore per dire che "ci ha la faccia come il culo", sto Lucagnello...
Soprattutto perché la vera bomba terrorista è tra le (pen)ultime righe: legare i salari (degli operai) ai risultati (dell'impresa) e abbassare il costo (per l'industria) degli straordinari (degli operai).
Dunque, la vecchissima guerra frontale ai lavoratori, per abbassarne il valore umano a merce inerte: tu lavoratore che ti fai un culo come una casa lavorando di notte e di domenica per mantenere il figlio all'Università che costa palate di soldi perché privatizzata e la moglie cassintegrata o che aspetta il prossimo co.co.pro di merda in un callcenter, non vorrai mica essere pagato di più! Accontentati di quello che diamo a un cinese o a un ungherese a casa loro (giorno e notte, domeniche e festivi) sennò poi l'industria non guadagna abbastanza e dunque dovremo abbassarti ancora lo stipendio, accorciarti i contratti e toglierti straordinari, ferie, congedi per malattie e gravidanza... e se ancora non basterà, andremo all'Est dove in sostanza rompono meno i coglioni. E non ti lamentare se non hai più un soldo per comprarti ciò che produci: a noi che siano i tuoi soldi a far girare il mercato non interessa, meglio gli investimenti dello Stato che ti toglie i soldi in tasse che usa non per gli ospedali per i tuoi vecchi o per gli asili per i tuoi figli, ma per sovvenzionare noi che minacciamo di traslocare in Ungheria...
Mi ricordo che c'era una volta qualcuno che rapiva figli di industriali per chiedere il ricatto. Poi li lasciavano andare, o qualche disgraziato gli sparava, a loro o ai loro padri, padroni o padrini politici. Li chiamavano terroristi, banditi...
A gente come Lucagnello, che rapisce i lavoratori per chiedere il ricatto degli investimenti pubblici con la minaccia di portare sequestrati e covo all'estero (dove non pagherebbero le tasse che non pagano qua), e ogni tanto ne uccide qualcuno nei cantieri o nelle fabbriche (la sicurezza è un costo per l'industria e un risultato per i lavoratori), si dà spazio per sparare in prima pagina i loro comunicati-pizzini. Son proprio cambiati i tempi...
*Per chi ha avuto la pazienza di leggere fin qui, lascio un commento finale a un'immagine. Che, come si dice spesso, può dire più di molte parole...
P.S. Vi ricorda qualcosa? Rispondete nei commenti a questo quizzino, con dei link. Grazie. :-)
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2 commenti:
Assomigli a mio cugino
ueh?! mica offenderti eh? guarda che mio cugino è un bellissimo uomo :-)
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