sabato 21 luglio 2007

la pistola come strumento di contenimento risolutivo della resistenza


Premessa: oggi ho scoperto che anche Sandrone Dazieri (il geniale autore dei gialli del "Gorilla") ha un blog. Dove ieri ha scritto un post (intitolato "Venti luglio") fatto di due autocitazioni di brani di suoi libri. E che ha generato un paio di commenti.
Uno degli autori dell'ottimo blog Noantri, l'altro di un tale Marco: "(...)mi dovete spiegare se buttare un estintore ad un carabiniere all'interno della jeep puo' considerarsi "dovere di cittadino e ragazzo."

Non lo è, un dovere. E forse non è nemmeno un diritto,
di questi tempi, da queste parti.

Soprattutto
certe cose non le può spiegare, chi non c'era.

Eppoi non te le voglio spiegare io perché, francamente, ne ho piene le palle della favola del ragazzo con la pistola che si difende dal ragazzo con l'estintore.

Ricordo solo due cose.
Uno: la GIP Daloisio accettò la richiesta del PM Franz di archiviare la posizione di Mario Placanica perché questi aveva agito, non "solo" per legittima difesa come sosteneva Franz, ma addirittura entro i limiti del suo legittimo dovere.
Due: di recente alcuni alti ufficiali delle forze dell'ordine hanno ammesso che la gestione dell'ordine pubblico a Genova2001 travalicò i limiti del legittimo dovere di servizio.

Dunque, delle due l'una:
o a Genova l'opera dei tutori dell'ordine era legale (compresi i gas CS contenuti nei lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo, le spranghe di ferro mimetizzate da manganelli, le fondine da coscia ad estrazione rapida, eccetera eccetera eccetera) e dunque era "dovere" sparare in faccia a Giuliani;
oppure non lo era, e allora era "diritto" di Giuliani, e di quelli in piazza con lui, resistere ai soprusi delle forze dell'ordine.

Ricordo, en passant, che esiste il diritto-potere del cittadino a reagire in opposizione all'atto del pubblico ufficiale, che sia connotato da profili di illegittimità.
Se ne può leggere un esempio istruttivo qui.



Ma poi, in fin dei conti...

Quando butteranno giù a calci la porta di casa tua
Come ne verrai fuori?
Con le mani sulla testa
O sul grilletto della pistola?
Quando irromperà la legge
Che fine farai?
Steso morto sul pavimento
O in attesa nel braccio della morte?
Potete schiacciarci
Potete pestarci
Ma dovrete rispondere
Alle pistole di Brixton
Il denaro ti fa sentire bene
E ti piace la vita che fai
Ma senz'altro verra la tua ora
che sia in paradiso o all'inferno
Vedi lui si sente come Ivan
Nato sotto il sole di Brixton
Il suo gioco si chiama sopravvivere
Al finale di "The Harder They Come"*
Sapete che significa "nessuna pietà"
L'han preso con una pistola
Non c'è bisogno del furgone cellulare
Addio al sole di Brixton
Potete schiacciarci
Potete pestarci
Ma dovrete rispondere
Alle pistole di Brixton
Quando butteranno giù a calci la porta di casa tua
Come ne verrai fuori?
Con le mani sulla testa
O sul grilletto della pistola?
Potete schiacciarci
Potete pestarci
Si, anche spararci
Ma oh… le pistole di Brixton
Steso morto sul pavimento
O in attesa nel braccio della morte
Il suo gioco era la sopravvivenza
Tanto in paradiso quanto all'inferno
Potete schiacciarci
Potete pestarci
Ma dovrete rispondere
Alle pistole di Brixton


("Guns of Brixton", canzone dei Clash)


  • * - The harder they come


  • Well they tell me of a pie up in the sky
    Waiting for me when I die
    But between the day you're born and when you die
    They never seem to hear even your cry

    So as sure as the sun will shine
    I'm gonna get my share now of what's mine
    And then the harder they come the harder they'll fall, one and all
    Ooh the harder they come the harder they'll fall, one and all

    Well the officers are trying to keep me down
    Trying to drive me underground
    And they think that they have got the battle won
    I say forgive them Lord, they know not what they've done

    So as sure as the sun will shine
    I'm gonna get my share now of what's mine
    And then the harder they come the harder they'll fall, one and all
    Ooh the harder they come the harder they'll fall, one and all

    ooh yeah oh yeah woh yeah ooooh

    And I keep on fighting for the things I want
    Though I know that when you're dead you can't
    But I'd rather be a free man in my grave
    Than living as a puppet or a slave

    So as sure as the sun will shine
    I'm gonna get my share now of what's mine
    And then the harder they come the harder they'll fall, one and all
    Ooh the harder they come the harder they'll fall, one and all

    Yeah, the harder they come, the harder they'll fall one and all
    What I say now, what I say now, awww
    What I say now, what I say one time
    The harder they come the harder they'll fall one and all
    Ooh the harder they come the harder they'll fall one and all


    ("The harder They come", canzone di Jimmy Cliff
    protagonista nei panni di Ivan nell'omonimo film)

    11 commenti:

    Baol ha detto...

    Ciao....sono arrivato qui dal blod di Dazieri ed ho letto il tuo post, anche io ne ho scritto uno sul 20 luglio...
    ciao :)

    Anonimo ha detto...

    L'ho scritto da Dazieri, mi pare giusto incollarla anche qui la mia risposta al commentatore Marco. Grazie per la possibilità di dibattito.

    --

    Caro Marco,
    il tuo senso del dovere, la tua percezione del giusto/sbagliato, il tuo modo di agire di fronte alle cose, tutto ciò, che fa di te la persone che sei, è semplicemente *diverso*.

    Tu dov'eri quel 20 luglio del 2001?
    Non lo so. Se vuoi ti dico dov'ero io. Ero al mare. In spiaggia. A quattro di bastoni, come si dice. E sai dove stava andando Carlo, quando uscì di casa col costume da bagno sotto la tuta? Al mare. In spiaggia. A spaparanzarsi a quattro di bastoni, come si dice. Sulla via incontrò altri amici, anche loro coi costumi, alcuni addirittura con le ciabatte da mare. Poi successe qualcosa: Carlo testimoniò la barbarie. Carlo testimoniò la violenza con cui venne aggredito - a sprangate, a manganellate rovesciate e a colpi di lacrimogeni ad altezza uomo - il corteo AUTORIZZATO che gli attraversò la strada per destino o per fortuna. Venne preso a sassate: guardò i suoi coetanei riversi a terra essere presi a calci alla bocca dello stomaco. Guardò alcune ragazze tirate per i capelli sulle strisce pedonali. Girò un angolo e dietro ad alcuni cassonetti vide un gruppo di sette, otto bambini (non ricordo con esattezza) tra i 12 e i 15 anni, con le teste sanguinanti, in lacrime. Alcuni avevano le magliettine strappate all'altezza delle spalle e della schiena, lì dov'erano stati tirati, strattonati, violentati dagli agenti di polizia impazziti.

    Ora, io stavo al mare, quel giorno, non so tu. Carlo ci stava andando e se avesse preso una strada diversa oggi sarebbe uno stagista di una qualche compagnia telefonica oppure sarebbe morto lo stesso perché quelli come lui, appunto, che non sono come te e come me, morti ci finiscono ugualmente perché, a differenza di quelli come te e me, non sanno andare a spaparanzarsi in spiaggia davanti a taluni accadimenti che gli attraversano l'esistenza.

    Io stavo al mare, caro Marco. Tu non lo so.
    Ma la domanda è: se tu fossi stato al posto di Carlo, quel giorno, nella TUA città devastata e UCCISA dalla follia umana, cosa avresti fatto? Saresti andato lo stesso al mare, oppure ti saresti trattenuto, avresti cercato un passamontagna e ti saresti allacciato meglio le scarpe?

    Non lo so. Non ti conosco.
    E, pur conoscendo molto bene me stesso, non so come avrei agito io. Forse sarei andato ugualmente al mare e buonanotte ai suonatori. La mia vita sarebbe andata avanti nella maniera consona. Oppure, forse, mi sarei fermato, avrei cercato un passamontagna, me lo sarei certamente calato sul volto, e avrei alzato di sicuro un estintore verso un balordo che puntava armi non giocattolo verso la testa di donne e bambini.

    Non so. Tu lo sai? Lo puoi dire con certezza? Sei così virtuoso? Sei un uomo così pieno di senso morale? Ti faccio i complimenti: si vede che non hai mai tradito, mentito, picchiato, odiato, disprezzato, invidiato. Io non sono così. La gente, in genere non è così: per questo ti fa onore essere così. Noialtri facciamo a botte per questione di macchina e di parcheggio. Facciamo a botte se ci guardano la ragazza in discoteca. Tu devi essere un Grande Uomo e io vorrei che mio figlio ti conoscesse, per imparare ad essere come tu sei.

    Forse se Carlo fosse stato come te, Uomo, invece che ragazzo, sarebbe andato al mare. Avrebbe capito che quella roba schifosa era molto più grande di lui e sarebbe diventato quello che diventano tutte le persone per bene.

    Io non sono come lui, perché ho un lavoro normale, faccio il giornalista, faccio reportage televisivi, scrivo articoli e racconti, ho una fidanzata bellissima, ho 27 anni e non sono morto perché quel giorno, invece di sbattermi per una giustizia superiore, me ne sono andato al mare, in una stupenda spiaggia vicino Cagliari dov'ero in vacanza.

    Però non sono nemmeno come te, Marco, che davanti all'immagine di un ragazzo che sta scagliando un estintore verso un tizio che lo sta per ammazzare, vede solo un ragazzo che sta scagliando un estintore verso un tizio che lo sta per ammazzare. Io ho ENORME rispetto per chi marcia dietro gli striscioni, per chi si mette davanti ai carrarmati, per chi incrocia le braccia davanti ai cancelli, per chi invece d'andare al mare - esattamente come avremmo fatto tu ed io, quel giorno, magari ubriacandoci di sangria - si cala un passamontagna in testa e sceglie, nell'arroganza immatura dei suoi 23 anni, di dire NO.

    Lo sai chi era Carlo?
    Carlo era un ragazzo curioso e attivo nella Comunità di Sant'Egidio che raccoglieva coperte per i rifugiati jugoslavi da mandare in territorio di guerra e che nel tempo libero si occupava di raccogliere, tra gli amici ricchi - ne aveva tanti - quote e vestiti per i poveri di Genova. Era un ragazzo impegnatissimo nel sociale e nel volontariato, con un passato di servizio civile in Amnesty International: tu che hai fatto, Marco? A parte essere così bravo (senza ironia) da essere SICURO che al posto di Carlo non avresti agito allo stesso modo, che hai fatto nella vita?

    Rispetto per la memoria di Carlo Giuliani e rispetto per la sua famiglia.
    [Ste]

    Dean ha detto...

    Condivido al 99% quello che scrivi, Ste.

    L'unica piccola differenza tra me e te
    è che io, quel giorno, lavoravo,
    a 31 anni: facendomi il culo
    con la mia telecamera,
    ma da un'altra parte,
    come scrissi tempo fa...
    http://lerrico.blogspot.com/2006/07/5-anni-fa.html

    Come, vedi, ben poca differenza.
    Mi fa quasi piacere...

    Anonimo ha detto...

    ma a voi vi sembra una cosa intelligente affrontare un uomo armato di pistola con un estintore?

    Anonimo ha detto...

    @ cannigo: di più. Lo trovo *coraggioso*. Addirittura lo invidio: invidio TUTTA la gente con ideali solidi e disperatissimi. Vorrei che mio figlio fosse la metà di Carlo Giuliani e non il doppio di qualsiasi dei tronisti di maria de filippi.
    [Ste]

    Dean ha detto...

    Non solo.

    In certe circostanze, più che di intelligenza, è questione di istinto di sopravvivenza.
    Se metto il mio gatto in un angolo e gli calo la mano aperta dall'alto, prima si schiaccia per proteggersi; poi, se continuo, all'ultimo mi si avventa contro la mano, pur sapendo benissimo che lo potrebbe stritolare in un secondo. Non è una mossa intelligente, ma in quel momento è l'unica che gli viene...

    Non solo.
    Pensare a "il ragazzo con l'estintore contro il ragazzo con la pistola" è fuorviante perché anestetizza la scena, neutralizza il contesto.
    I due non erano soli, neanche il ragazzo con la pistola: non era isolato, vedeva i suoi superiori a pochi metri dal Defender, là sulle strisce pedonali, e li malediva per averlo lasciato in balia degli eventi... me lo ha detto quest'inverno, in un'intervista che non è mai andata in onda.

    Dean ha detto...

    N.B.
    Lasciato, o cacciato volontariamente... dipende da che lato lo si guarda, ma questo è il nocciolo della questione.
    Comunque, per negligenza o volontà, qualcuno con dei gradi sulla divisa ha permesso che quella pistola arrivasse a sparare.

    Anonimo ha detto...

    @ Dean: perfetto. Mi piacerebbe averti conosciuto prima. Mi sarei sentito un po' meno solo.
    [Ste]

    Dean ha detto...

    Per citare un grande film: "Non è il caso di stare qui a farci i pompini a vicenda"!... ;o)

    E per citare una tua citazione di De André, ti invito a leggere un pò di post su Federico Aldrovandi, su questo blog!

    Come si dice: a buon rendere...

    Anonimo ha detto...

    Li leggerò volentieri.
    By theway, il caso di Federico Aldrovandi, dopo il caso di Carlo Giuliani, è stato l'argomento più trattato, e con più cuore, sul nostro blog Noantri. :-)
    [Ste]

    Anonimo ha detto...

    Vado un po' OT, ma sono capitata qui per caso.. Non è possibile che qualsiasi cosa io cerchi su internet mi venga fuori Carlo Giuliani...

    Quando il 7 gennaio 1978 il Capitano dei Carabinieri Edoardo Sivori sparò in piena fronte al diciannovenne DISARMATO (sì, senza estintori, senza sassi, senza un bel niente) Stefano Recchioni a una manifestazione nessuno si è lamentato tanto.
    Basti pensare che alla commemorazione, L'ANNO SEGUENTE, l'agente di polizia Alessio Speranza sparò al diciassettenne Alberto Giaquinto, uccidendolo.
    Queste sono le vostre forze dell'ordine, non le mie.
    Per voi diventano brutte e cattive quando ammazzano un compagno, ma "uccidere un fascista non è reato" neanche per loro?
    ACAB PER TUTTA LA VITA!
    ANTICOMUNISTA PER TUTTA LA VITA!