sabato 7 giugno 2008

in capaci


Quand'è che da una lamentela, da un rimprovero non accettato, da una giornata storta, si comincia a scivolare nella depressione? Non sto parlando di me, tranquilli, ma mi chiedo com'è che succede sempre in una famiglia, in un gruppo più o meno organizzato, che sia di amici, di colleghi, che una persona pian piano inizia a proiettare un'ombra più scura che nessuno vede? Com'è che l'ignoranza sottovaluta, l'ipocrisia nega, la convenzione allontana da sé una condizione che sfiora tutti per un attimo ma che qualcuno lo trascina giù dolcemente? Chi è il depresso, come lo riconosci? E quali e quanti pensieri di morte deve avere, per considerarlo un potenziale suicida? E quanto conta se e quanti ne abbia espressi a parole, a gesti, con scelte e rinunce? Poi è facile dirsi io l'avevo immaginato, che sarebbe finito così. Ma prima, quando è ancora possibile gridargli con il sorriso e le lacrime agli occhi che lo si sta vedendo scivolare dentro se stesso, come si fa? Quali parole gridare, o sussurrare, a chi magari è stanco di parole, o già troppo stanco di silenzi, per ascoltarne ancora? Quand'è che siamo passati correndo davanti al punto in cui delle vite importanti sono esplose, e non ce la potevamo fare, a vedere una piccola vita, piccola come un punto, che stava lentamente implodendo? Quand'è che quel piccolo punto nero ha cominciato a restringersi, a farsi più scuro? Se pensi di avere vicino una persona depressa, se incontri qualcuno che ha quell'ombra negli occhi, guardaci dentro: ti ci vedrai riflesso, ma sarà solo un attimo. Fagli un sorriso, forse sarà solo un attimo, ma sarà un piccolo regalo di luce, di respiro. E se non sai se è il caso di parlargli o no, digli solo che lo starai ad ascoltare. E prova ad ascoltarne anche i silenzi, a guardarne le ombre. Ti sfioreranno, per un attimo. Ma il tuo sorriso ti terrà a galla...

(Certo, mò vaglielo a raccontare, sto lavoro a quelli del marketing...)

6 commenti:

Ishtar ha detto...

Ciao Dean
queste tue parole sono molto toccanti e piene di riflessioni...
In effetti non tutti riescono a riconoscere i sintomi di una depressione, molto spesso se la persona in questione è anche introversa e chiusa per carattere è ancora più difficile, ci vuole un attenzione una sensibilità che non tutti hanno verso tutti!
Ma non sbagli quando suggerisci di regalare un sorriso e di ascoltare anche i silenzi, ci vuole tempo ci vuole fiducia, ci vuole coraggio per parlare di se, di come ci si sente, di come la propria fragilità ti stia buttando giù in un vortice...
Siamo sempre più distratti, sempre più egoisti e menefreghisti...

Ma se si è tra amici il discorso cambia, si suppone di conoscere un amico e se lo si vede più taciturno, che si isola o estranea dalle solite cose che si fanno insieme, se si vede più svogliato con lo sguardo spento...
Questo post mi fa ricordare un episodio...
Una volta mi stavo accorgendo che un amico stava esagerando nel bere, mi preoccupavo che cadesse nella trappola del vizio, ero amica anche della fidanzata e nessun altro tra di noi del solito gruppo aveva il coraggio di fare nulla se no i soliti consigli tra uomini non esagerare, ma quando mai vi ascoltate!
Allora mi sono inventata una storia con la fidanzata: le dissi che sognai la madre defunta del fidanzato che mi diceva molto preoccupata che il figlio stava esagerando...
Era difficile per me affrontare l'argomento senza rischiare di rovinare un amicizia ma questa idea ha permesso alla fidanzata di vedere realmente il problema ed affrontalro insieme al suo uomo, e per fortuna tutto è bene quel che finisce bene!
Diciamo che volendo bene ad una persona e volendo il meglio ho rischiato di rovinare un amicizia ma lo rifarei!
Certo non era depressione o forse anche questo potrebbe essere un risvolto, tentare di risolvere i proprio problemi buttandosi in altri più enormi pensando che bere ti possa far dimenticare tutto per un attimo!
Buona serata, ciao

Anonimo ha detto...

Caro Dean che cosa terribile hai sfiorato, con grande sensibilità. Io non credo ci sia sofferenza (psichica) maggiore della depressione. Ti accorgi di star male, anche chi ti vuole con il tempo non ce la fa più a starti vicino o semplicemente leggi nei suoi occhi che non crede più in una "guarigione". Leggi magari amore, ma senza speranza, amore impotente. Per il resto il vuoto. Non ha tempo il mondo per fermarsi accanto a chi....ci fa paura. Si danno a volte perfino giudizi sui perchè la persona sia caduta. Quali i motivi. Il mio gruppo di molto tempo fa è segnato dal volo (a Venezia da un balcone) di una amica che amavamo e che non avevamo abbandonato. Lei ci ringraziò tutti in biglietto, ma non bastavamo. Niente più bastava.
E ci ha lasciato la paura ed i sensi di colpa.
Ma tanti "guariscono" ed importanti sono le parole che hai scritto, soprattutto saper ascoltare i silenzi di quando non si riesce più a dire una parola. E non scappare tutti....come spesso avviene, non solo per egoismo, anche per impotenza.
Ciao, scusa la tristezza.

maria laura

Anonimo ha detto...

..anche chi ti vuole=anche chi ti vuole bene.
Scusa! maria laura

Anonimo ha detto...

Carissimo, hai toccato un argomento
molto particolare e doloroso, il male oscuro quello dell'anima, dove s'intreccia un gioco terribile che varia dalla negazione dello stare male, alla iper attivita' o all'abulia piu' completa.
Ci sono e ci sono stati momenti nella mia vita dove anche il respirare e' sofferenza, il letto la parete della camera sono un muro dove leggere lo strazio di un qualcosa d'inaccettabile.
Non parlo solo di Renato ma di tanti altri accadimenti, la cosa che mi ha dato sempre la forza di rialzarmi e di parlare e' l'Amore per i miei figli.
Vent'anni fa mi feci 7 anni di percorso analitico con una grande donna, andai da lei portando motivazioni varie......alla fine del lungo viaggio mi disse: lo hai fatto per amore dei tuoi figli, hai compreso che non ce la facevi a salvarli, hai raccontato a te stessa fatterelli tanto per sviare il dolore che si prova nel vedere e prendere coscienza di questo.
Abbiamo imparato a comunicare in maniera diversa e per molto tempo e' andato bene, ora il buio ha fatto di nuovo capolino in maniera visibile........che fare carissimo
amico non e' semplice ne' dirlo ne' pensarlo.
Accantoni di nuovo il tuo dolore e inizi a odorare il suo a scrutare dentro gli occhi, vorresti leggere l'anima, capire se quei sorrisi sono veri o fasulli, non sempre si presenta con abiti scuri a volte si maschera.
E' un dolore sopra il dolore, inizia un nuovo giro di ballo dove non conosci bene i passi, ma a tentoni inizi un cammino.
Prima cosa fai capire che ci sei e ci sarai sempre, che il dolore il male oscuro che ti avvolge e ti fa perdere nozioni va percorso e vissuto quindi digerito, quasi con noncuranza riproponi percorsi analitici....facendo comprendere che il grande passo e' nel riconoscersi lo stare male.
Penso Dean che tu sappia a chi mi riferisco, la stessa cosa vale per tutti quelli che mi stanno intorno, da mia nipote al piu' caro amico di mio figlio.
Ascoltare, leggere nei mezzi sorrisi e far capire che ci sei, comprendo che e' molto piu' facile la non lettura e il non vedere, anche se poi non avendo l'onnipotenza tutto puo' accadere.
Ma finche' si puo' una carezza un sorriso, un dimmi perche' ti vedo cosi', aspettare un accenno una parola lo si deve.
La vita e' un bene prezioso e' come un accordo di chitarra, e' difficilissimo viverla almeno per alcune persone e ancora piu' terribile scorgere la disperazione in un mezzo sorriso di chi ti sta davanti.
E' una lotta dura questa dove ogni giorno ti ci rispecchi, non si trovano facilmente mani tese anzi a volte diventi come nel mio caso un personaggio scomodo.
Chi sta con me si rispecchia in un dolore antico e sconvolgente, credimi carissimo anche chi ti si diceva amico scappa, il confronto e il viverselo anche se non direttamente fa paura.
La parte migliore pulita onesta limpida, l'ho trovata in tutti i ragazzi seppur logicamente con i loro problemi e in alcuni adulti splendidi.
Quelle che erano amicizie o conoscenze sono passate attraverso un grande setaccio.
ciao non so se sono riuscita a far comprenere qualcosa, ho provato a buttare giu' qualche mia sensazione.
stefania

Dean ha detto...

@maria laura:
succede spesso... no, non intendo certi lapsus... parlo dello sfiorare certe cose, con questo mio lavoro! ;o)

@stefania:
credo di aver capito.
Ed è vero, certe volte quella maschera
copre più di un burqa...

Anonimo ha detto...

Con "sfiorare"...non intendevo "trattare superficialmente"!!!!! Ci sono cose tremende e sileziosissime, invisivibili a chi non ha un cuore, lontanissime da una società malata di "sano egoismo" (!!!) e che conosce soltanto la parola IO. Ecco volevo dire che timidamente e con grande sensibilità hai sfiorato la fragilità di chi cade.
Quanto al tuo lavoro non sei certemente uno che sfiora........
;-)

Ciao!!!! maria laura