giovedì 18 febbraio 2010

un saluto dalla fogna


"Fogna mediatica".
Così Rosario Minna, capo della Procura di Ferrara (successore di Sewerino Messina, in carica all'epoca dei fatti), ha definito il "processo bis" sui depistaggi e le irregolarità intervenute nelle prime (non)indagini sulla morte di Federico Aldrovandi.

Tra i quattro funzionari della Questura ferrarese imputati, uno è Paolo Marino, colui che quella tragica mattina parlò al telefono con la PM di turno Mariaemanuela Guerra, che non si recò sul luogo, secondo l'accusa su suggerimento (depistatorio) dell'imputato.

Nell'udienza del 16 febbraio scorso, entrando a gamba tesa e "non invitato" in un processo in corso, Minna ha rovesciato l'ennesimo carico di fango (anzi, di fogna) su Federico, i suoi famigliari, i suoi amici, e anche sulla stampa che si era occupata del caso.
Non commento il fatto in sè, ma rimando al blog della mamma di Federico, quel blog da cui è partito tutto, per il sottoscritto. D'altronde c'è pure una risposta della Federazione Nazionale della Stampa.

Quello che mi viene da ricordare, perché ormai del "caso Aldrovandi" ho solo belli e durissimi ricordi, è che la "fogna mediatica" la contribuiscono a creare altri:
- i procuratori capi delle procure che non indagano, che convocano improvvide ed improvvisate conferenze stampa per divulgare solo certe parti di consulenze d'ufficio, di fatto censurandone parti importanti e facendole passare per la parola Fine sull'indagine (la prima, condotta dalla Guerra, che abbandonerà per "motivi familiari" mai chiariti un paio di mesi dopo quella conferenza stampa)...
- i questori capi, che invitano i giornalisti ad incontri informali dove esprimono liberamente le proprie convinzioni ("tanto verrà fuori che è morto per droga"), pregandoli poi di non riportare certi discorsi; e che magari poi incontrano tutta la stampa e arrampicandosi sugli specchi rendono merito a chi ha smascherato in televisione la balla (anzi, la fogna) dell'autolesionismo...
- i capi dell'ufficio stampa di un corpo di polizia di un paese democratico, che telefonano perché i servizi su quel "poveraccio" forse ucciso da quattro agenti non vadano in onda...

- ecc. ecc. ma la "fogna mediatica" non la creano coloro che cercano la verità, e che la trovano; naturalmente non la verità giudiziaria, ma quella accessibile ai mezzi di cui dispongono: telefono, telecamera e microfoni, per esempio...

Queste cose le so, le ricordo benissimo, ne avrei anche le prove, se servisse.
Ma ormai quello che so io, quello che so fare col mio lavoro, non interessa più, non importa.

Ci sono ben altre fogne, caro procuratore capo, di quelle mediatiche.
Sono le fogne dove le voci libere non risuonano nemmeno.
E a me fanno molta più paura.

Perchè dentro, mi creda, ci si sente molto più soli...

7 commenti:

stefania ha detto...

Non possono risuonare le voci LIBERE caro Dean in certe fogne, e' atroce quello che e' successo a FEDERICO e quello che da anni sta avvenendo e stiamo assistendo.
Parla di fogna mediatica accennando a FEDERICO COME A quel poveraccio morto per strada, come se Federico fosse un gattino per caso messo sotto una macchina, e' atroce questo sia per i genitori che per noi tutti........atroce e inaccettabile.

Ma in questa Italia dove e' normale morire di Stato e dove chi scrfive VERITA' si becca 8 mesi, non mi meraviglia PIU' NIENTE.
Un abbraccio al tuo splendido bambino.
Con affetto
stefania

Anonimo ha detto...

Caro Dean,
sono così amare le tue parole quanto così vere.
In questo paese fa davvero paura la superficialità con cui si affrontano temi importanti per la nostra Democrazia. Le voci libere si tenta di soffocarle anzi ci si riesce facilmente. Si isolano e si additano coloro che col loro onesto lavoro cercano di uscire dal coro. Ma se sei stato "impastato" così continuerai ad urlare e a difendere la tua onestà intellettuale.
Un abbraccio
Rolando di Roma

Giuseppe Fornaro ha detto...

Ciao Dean!
Grazie per il commento che hai lasciato sul mio blog. Effettivamente non ci conosciamo di persona. Condivido quanto hai scritto in questo tuo post. Aggiungo che c'è un di più di preoccupante: il silenzio dei partiti di sinistra dopo dichiarazioni così dure del capo della procura di Ferrara. In altri tempi ci sarebbe stata una mobilitazione immediata. Ora, sono impegnati in inciuci, autoreferenzialità, spartizione del bottino che perdono di vista il paese reale. Anhe per questo le voci libere resteranno solo, ma ciò che conta che resteranno libere. Nonostante loro.
Un caro saluto
Giuseppe

menici60d15 ha detto...

Segnalo sul mio sito il commento "La barbarie, la giustizia e la fogna", copia del quale viene inviato al Procuratore Minna e al Presidente della Corte di appello di Bologna.

http://menici60d15.wordpress.com/

Dean ha detto...

Grazie a tutti i commenti.

Caro menici, se il tuo commento non fosse anonimo, se i tuoi post fossero meno prolissi, se non avessi disabilitato i commenti nel tuo blog, mi saresti ulteriormente simpatico. Dopo aver letto il tuo lunghissimo articolo, ne propongo una sintesi:
la "fogna mediatica" serve a contenere uno "stato di merda".

Dean ha detto...

Ovviamente l'implicita ironia nell'uso di "contenere" (vedi etimo qui) è voluta...

Anonimo ha detto...

Ciao Dean... Le parole che hai scritto sono tutte condivisibili e molto sensate... Le vere fogne sono quella questura lì e quella procura lì, in cui chi deve fare il suo dovere si fa i cazzi suoi, in cui i ruoli di responsabilità si confondono volutamente ed in cui, mia opinione personale, il pressappochismo, l'arroganza, la mistificazione voluta e cercata e la strafottenza, nel caso specifico, l'hanno fatta da padrone... Il signor Minna, per rispetto di un ragazzo morto e per rispetto dei suoi familiari, avrebbe fatto meglio ad usare altri toni... Ma d'altronde, come diceva Totò, "Signori si nasce"... e sicuramente il suddetto Minna "non lo nacque"...

Un abbraccio immenso.. A te, alla tua compagna ed al piccolino di casa...

Gigio Aldrovandi