Oggi parliamo di... espertoni
CARLO TORRE
Docente di Medicina Legale all’Università di Torino
Esperto di residui di sparo
Il 24 marzo 2007 rende pubbliche le conclusioni della sua perizia per la difesa Franzoni: conclude che il piccolo Samuele sarebbe stato ucciso con uno scarpone (o zoccolo-sabot) e non con un mestolo o altro oggetto domestico.
Nominato dal primo difensore di Anna Maria Franzoni, l’avv. Carlo Federico Grosso, Torre sarebbe la causa dell’abbandono di Carlo Taormina, il quale ha dichiarato di non essere d’accordo con le conclusioni della perizia.
Eppure era stato proprio Taormina, come presidente della commissione parlamentare sull’omicidio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin a nominare Torre come perito: le sue conclusioni parlavano di un colpo sparato non a bruciapelo ma almeno a 40 cm di distanza; da qui la conclusione dell’inchiesta parlamentare: non si trattò di un’esecuzione, ma di un tentativo di rapina o rapimento finito “male”.
Ma soprattutto Carlo Torre è l’espertone di Piazza Alimonda: membro del pool di tecnici guidati da Paolo Romanini (v. link), è lui –secondo il suo stesso “capo”, a “tirar fuori la teoria del calcinaccio” che avrebbe deviato il colpo sparato in aria da Placanica deviandolo e frantumandolo. La prima ipotesi di Torre era stata che a deviare il proiettile poteva essere stato l’estintore, ma dopo diverse prove di sparo in un poligono, dovette arrendersi all’evidenza che ciò non era possibile. Un anno dopo i fatti di Genova, Torre trova un frammento di proiettile rovesciando il passamontagna di Carlo Giuliani, e su di esso rinviene residui di materiale edilizio.
Torre è coinvolto in un’altra indagine del G8: nella vicenda dell’irruzione alla scuola Diaz, le forze dell’ordine giustificarono il loro intervento con il ritrovamento di due bombe molotov (che poi si scoprì portate sul posto da agenti, e che recentemente sono andate perdute negli archivi della questura di Genova), ma soprattutto con l’accoltellamento di un poliziotto: il RIS, mostrando la non coincidenza tra il taglio nella giacca e quella nella camicia, provò che la supposta coltellata era stata un’invenzione per depistare le indagini. Torre stese una relazione in cui affermava che era tutto vero in quanto le coltellate erano due!
Da notare che Torre si pone spesso e volentieri in competizione con il RIS, così a Genova come a Cogne.
La carriera di Torre è alquanto lungo e fitta di colpi di scena: attorno al 1994, perito del caso Castellari, concluse che gli spari erano compatibili con l’ipotesi del suicidio. Questo nonostante il dirigente delle partecipazioni statali fu ritrovato con la pistola infilata nella cintura e accanto una bottiglia di whisky senza le sue impronte.
Torre si era anche occupato di riesaminare la morte di Enrico Mattei: secondo lui in basi ai reperti esisteva compatibilità con un’esplosione interna all’aereo.
1997, rapimento Soffiantini: durante la liberazione si scatenò una sparatoria, dove rimase ucciso l’ispettore dei NOCS Samuele Donatoni. Torre escluse il “fuoco amico”. Nel 2005 i periti del PM Ionta concludono in modo opposto.
Nel caso della contessa Vacca Agusta è consulente del PM, e conclude senza dubbi che si sia trattato di incidente.
Altra vicenda che ha visto Carlo Torre al centro della scena, insieme al suo amico Romanini, è l’uccisione di Marta Russo: secondo lui le particelle di sparo trovate sulla finestra dell’aula 6 sono non significative, inoltre trova che la traiettoria del colpo sarebbe compatibile con altre 6 o 7 finestre: smonta a suo modo l’ipotesi accusatoria.
Una delle vicende più recenti che vede ancora Torre alla ribalta è quella dell’agguato in cui rimase ucciso Nicola Calipari: per Torre a uccidere l’agente del SISMI è stato un solo colpo, sparato dal soldato Mario Lozano da circa 130 metri contro l’auto di Calipari e Sgrena che avanzava a circa 60-65 km/h (diversamente per gli esperti USA l’auto procedeva a oltre 90 km/h).
Link:
- l'editoriale di Romanini (leggete da soli)
1 commento:
Non so se ridere o piangere...
Bentornato Dean!
Mi mancavano tanto i tuoi posts ;)
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